Marco Berry: "Rimpiango Le Iene di 25 anni fa, oggi sono una PMI"

Il mago e conduttore torna su DMAX con Questo strano mondo, mentre coltiva il sogno dello spazio e lancia una stoccata alla sua ex trasmissione: "Non mi ci riconosco più"

Mara Fratus

Mara Fratus

Giornalista

Nella mia vita non possono mancare, il silenzio, il mare e Il Libro dell'inquietudine sul comodino, insieme a un romanzo di Zafon.

Magia, illusionismo e mistero sono il suo pane quotidiano, e ancora una volta lo troveremo al timone di un programma con cui proverà a investigare sui fatti più insoliti e (apparentemente) inspiegabili che avvengono di fronte ai nostri occhi. Stiamo parlando di Marco Berry, mago e conduttore, che dal 13 giugno 2023 sarà alla guida della seconda edizione di Questo strano mondo, in onda su DMAX. Dieci puntate in tutto dove l’ex Iena doc ci porterà all’interno in un vero e proprio laboratorio investigativo, allestito nei sotterranei del Bunker del Monte Soratte (Roma), per dimostrare, attraverso scienza e razionalità, l’origine scientifica di una serie di accadimenti bizzarri. Ecco cosa ci ha raccontato.

Ma davvero tutto si può spiegare, oppure è giusto che qualcosa resti avvolto dal mistero?
La vita stessa è un mistero meraviglioso e incredibile, sarà retorico quanto vogliamo, ma è così. Tutti i giorni ci possiamo meravigliare e incuriosire da quello che la vita ci racconta e ci presenta.

E nel programma cosa l’ha stupita di più?
Ci sono due filmati che mi hanno lasciato perplesso: uno è girato dalle telecamere di sicurezza di un’azienda di logistica, un posto blindatissimo e invalicabile. Le persone in sala di controllo a un certo punto vedono dai monitor una signora che cammina accanto a due container, e non si spiegano da dove arrivi. Ma la cosa più strana è quando nel video compaiono due operai che passano accanto alla donna senza però vederla. Il secondo filmato è sempre materiale di una telecamera di sicurezza di un negozio e si vedono due persone che parlano quando di colpo passa un camion e uno dei due si solleva due metri da terra. Io sono un laico, non credo né a poteri sovrannaturali, né a fantasmi né agli Ufo, ma sono una persona curiosa e cerco di capire e lasciarmi divertire da quello che vedo.

E nella vita di tutti i giorni cosa ci riesce?
I ragazzini. Sono molto più forti, svegli e intelligenti di quanto ci piaccia raccontare. Sono capaci di trasmettere tutto quello che non siamo noi.

La magia, l’illusionismo fanno parte della sua vita da sempre, da quando era bambino (primo spettacolo a 11 anni in parrocchia), e un mago è in effetti una persona che di mistero ne crea parecchio, facendo diventare le cose impossibili possibili, questa passione è la stessa che la guida nel lavoro e nella vita?
Sì, come dico sempre alle mie figlie "Lasciatevi incuriosire sempre, da tutto ciò che vi capita". Mio nonno mi diceva sempre: "Ricordati che ogni giorno puoi incontrare delle persone che possono cambiarti la vita e insegnarti qualcosa. Devi imparare ad ascoltare, lasciati incuriosire da tutto".

Ma la voglia di scoprire quello che "sta dietro" le cose da dove nasce?
Penso che la magia mi abbia dato questa curiosità, quella di non accontentarmi mai dello stupore e della meraviglia di ciò che ci circonda. Mi piace, anche con fatica, arrivare a un obiettivo.

Tanti programmi, spesso anche dalla parte di coloro che la nostra società considera gli "ultimi", mi vengono in mente tanti servizi de Le Iene, ma anche Invisibili. Ora che si parla tanto di inclusione, cosa ne pensa?
Io sono presidente di una Onlus (Marco Berry Onlus) che si occupa di bambini che hanno difficoltà (non mi piace usare la parola disabili, è un aggettivo che odio). Con il progetto IronMind avviciniamo allo sport questi ragazzi, e se penso all’inclusione mi viene in mente l’esperimento che facciamo insieme alle famiglie, facendo provare 5 o 6 sport differenti e quando si gioca a basket in carrozzina andiamo a prendere amici e parenti e diamo anche a loro una carrozzina. Ad un certo punto non si capisce più chi ha una disabilità e chi no, giocano tutti nello stesso modo e questo secondo per me è il primo passo di quell’inclusione vera, dove nascono le amicizie più sincere.

Le mancano Le Iene?
Sì, quelle di 25 anni fa. Sono nato in un gruppo straordinario (Enrico Lucci, Lillo e Greg, Lorenzini, Monti, Sortino, Pellizzari, Fabio Volo), di mezzi matti che pensavano a dei servizi e ci mettevano la firma. Inventammo una serie di linguaggi: i primi 10 anni sono stati straordinari, in cui eravamo una famiglia di artigiani, poi Le Iene hanno iniziato a cambiare e diventare una PMI (come è anche giusto che sia), e non mi sono riconosciuto più.

Dopo Pechino Express con sua figlia, c’è spazio per un altro reality?
No!

C’è un programma che le piacerebbe fare?
Vorrei raccontare lo spazio come non è mai stato raccontato. Ero pure in palinsesto ma poi mi tirarono via… pazienza, ci riproverò.

E del suo sogno di diventare astronauta cosa ci dice, a che punto siamo?
È sempre lì. Se mi dicessero: "Guarda ti faccio fare un giro intorno alla Luna, fai tutta la preparazione, ci vogliono due anni", parto subito. Anche le mie figlie lo sanno che sono pronto farlo.

Altri sogni da realizzare?
Riportare la magia in televisione.


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