Maddalena Corvaglia: "Mi spoglio, ma per la prevenzione"

La showgirl è tra le protagoniste di Nudi per la vita, il programma di Rai 2 che ci ricorda l'importanza dei controlli per prevenire i tumori

Maddalena Corvaglia
Fonte: Ufficio Stampa

Cambio di programma nel palinsesto di Rai 2, che nella prima serata di martedì 20 settembre propone il terzo appuntamento con Nudi per la vita (inizialmente previsto per il 19). Il programma, condotto da Mara Maionchi, riesce a conciliare momenti di leggerezza e intrattenimento ad un tema delicato: la sensibilizzazione sulla prevenzione dei tumori. Due squadre di vip si mettono in gioco esibendosi in uno spogliarello, condividendo le proprie storie e focalizzando l’attenzione del pubblico sull’importanza di effettuare periodicamente i controlli. Perché "con questo tipo di malattia la prevenzione e le tempistiche sono tutto". Sono parole di Maddalena Corvaglia, tra le protagoniste delle ultime due puntate della trasmissione, dedicate alla squadra delle donne (con lei Elisabetta Gregoraci, Corinne Clery, Valeria Graci, Alessandra Mussolini e Brenda Lodigiani). La showgirl si è subito detta entusiasta di prendere parte a Nudi per la vita: "Ha uno scopo che da sempre sposo, sono molto sensibile al tema. Mi piace sia la motivazione che la modalità: è molto pulito".

La sua ultima apparizione in televisione risale allo scorso anno. Come mai ha deciso di rimettersi in gioco proprio in Nudi per la vita?

Di solito sono molto selettiva: non voglio passare per quella che viene chiamata da tutti e non accetta nessun lavoro. Però dico tanti no perché non mi piace andare a litigare nei salotti televisivi. Nudi per la vita mi piace. Dopo aver parlato con gli autori e con il capo progetto ho capito che io me l’ero immaginato proprio così, anzi forse è anche meglio.

Diceva che è molto sensibile alla mission del programma.

Da anni sono portavoce di AIRC.

Di prevenzione non si parla mai abbastanza.

Ma è fondamentale. Soprattutto perché noi donne pensiamo a tutti prima di noi: ai figli, al marito, ai genitori, al cane, al lavoro. Quando si tratta di noi stesse tendiamo a dire sempre: "Ma sì, va tutto bene". Quando ci accorgiamo che qualcosa non va e decidiamo di fare un controllo, spesso è troppo tardi.

Impariamo a prenderci del tempo solo per noi, insomma.

È fondamentale. E va fatto a tutto tondo: per me vuol dire, per esempio, avere un’ora per stare tranquilla, per fare un massaggio, rilassarsi, ma fare anche prevenzione. Ma non in quest’ordine: prima la salute, poi il relax.

Come si è trovata con le sue compagne di avventura in Nudi per la vita?

È stato veramente bello. Le diversità di ognuna sono diventate somiglianza perché eravamo tutte lì per lo stesso obiettivo. Mi ha colpito la forza che ognuna di noi ha dimostrato. Una forza costruita magari sulle critiche o sulle debolezze. Nessuno nasce forte.

Da come ne parla sembra che si sia creato un legame forte.

Io dico sempre che siamo fighters (guerriere, ndr), e ci piaceva mandare questo messaggio. Dalla comica (Valeria Graci, ndr) che per lavoro fa ridere e sembra che non abbia mai pensieri. Alla Mussolini che uno si immagina sia un macigno, forte, ma c’è anche altro. Nel mio caso la gente si aspetta che io sia sempre di buon umore, però è chiaro che la vita è un’altra cosa. Per cui ci siamo trovate benissimo.

In una recente intervista ha raccontato di come, da ragazzina, abbia iniziato ad andare in palestra perché si era fissata con la linea. Come è cambiato il rapporto con il suo corpo?

Molto. Da ragazza non avevo compreso che lo sport è divertimento. Quando un bambino va sui pattini o sullo skateboard non ti dice: "Ho fatto sport" , ti dice: "Ho giocato". A 20 anni, invece, io pensavo alla televisione, all’aspetto fisico, alle pressioni. La palestra è diventata un obbligo per essere in forma. La parte più bella era quando me ne andavo, dopo aver appagato quel senso di responsabilità.

Quando è arrivata la svolta?

Grazie al programma televisivo Si può fare. Lì ho scoperto le varie discipline aeree, e mi sono resa conto che con un’ora di sport che mi divertiva ottenevo più risultati. Ci sono centinaia di attività tra cui scegliere. Se non te ne piace una puoi provarne un’altra.

Lei ormai è un’esperta di fitness con migliaia di persone che seguono i suoi allenamenti.

Sì, sono molto contenta. Non ho la presunzione di fare la personal trainer, quello che mi piace è condividere quello che io ho avuto la fortuna di imparare dai migliori: a Si può fare c’erano gli istruttori di pole dance e di tessuti aerei più quotati. Per i tuffi avevamo il coach della Cagnotto, suo padre.

Un’altra cosa che sembra cambiata negli anni è anche il suo rapporto con il mondo del gossip.

All’inizio me la prendevo, adesso sorrido e vado avanti. Quando fai questo lavoro devi mettere in conto che i giornali scrivano anche notizie inventate, a volte gonfiate, a volte alterate.

Quindi non la fanno più arrabbiare?

Quando scrivono cose che rovinano la mia immagine di madre. Non per me, ma perché ho una bambina e in questo senso esigo rispetto.

A proposito di bambini. Pochi giorni fa ha parlato di un tema importante: la sicurezza dei più piccoli su internet. Come protegge sua figlia?

Non è facile per noi stare dietro ai ragazzi anche perché adesso pure le scuole hanno sdoganato queste tecnologie. Per cui anche un genitore che non è d’accordo è comunque costretto a informarsi e stare sempre all’erta: perché internet è un mare e non si sa mai cosa c’è dentro.

Dai suoi social si capisce quanto ci tenga a questo argomento.

Non amo le polemiche o discutere di argomenti sociali e politici, però quando si tratta di bambini e della loro sicurezza, allora lì sono le uniche volte in cui non parlo di salute, di sport, di sorrisi e di cose che mettono buon umore.

Rispetto ad altri personaggi pubblici, sembra che la sua scelta sia quella di non esporre eccessivamente sua figlia sui social. Solo per una questione di sicurezza?

Sì esatto. Prenda per esempio il bullismo: prima succedeva fuori dalle scuole. Ora internet moltiplica all’ennesima potenza questo fenomeno. Noi siamo cresciuti senza grandi tecnologie e siamo cresciuti tutti bene. Insomma, meglio un libro.

Di Letizia Bonardi


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