Berlinguer - La grande ambizione, l'omaggio di Elio Germano è un capolavoro (e spegne le polemiche). Perché

Il film di Andrea Segre ha aperto la Festa del Cinema di Roma tra roboanti ovazioni, ma anche polemiche, dopo le dichiarazioni contro il Ministro della Cultura

Mara Fratus

Mara Fratus

Giornalista

Nella mia vita non possono mancare, il silenzio, il mare e Il Libro dell'inquietudine sul comodino, insieme a un romanzo di Zafon.

"Berlinguer – La grande ambizione" è uno di quei film che ti trascina dentro la storia con la S maiuscola. Un viaggio potente tra vita privata e scena politica, negli anni in cui il protagonista, segretario del PCI, cercava di cambiare davvero il corso dell’Italia. Il film parte dal 1973, quando Berlinguer sfugge a un attentato in Bulgaria, e segue cinque anni cruciali, fino al dramma dell’assassinio di Aldo Moro nel 1978.

Tutto raccontato attraverso lo sguardo sincero e intenso di Elio Germano, che non imita ma rievoca, dando corpo e voce a un uomo che ha fatto della coerenza e del coraggio il suo tratto distintivo. Un uomo che voleva realizzare il socialismo nella democrazia, mentre intorno c’erano solo muri, minacce e un mondo diviso in blocchi.

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La pellicola ha aperto la Festa del Cinema di Roma e, oltre ad aver emozionato il pubblico e conquistato diverse candidature ai David di Donatello, è stata al centro della scena per delle forti dichiarazioni di Germano in conferenza stampa, rivolte al ministro della Cultura. Tutti i dettagli nel Video.


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