Addio a Gianluca Vialli, dandy del calcio e della tv dello sport

Si è spento nella “sua” Londra a 58 anni l’ex bomber della Samp e della nazionale italiana, scrittore e opinionista televisivo a tutto tondo

Continua il periodo nero per lo sport e per la televisione sportiva italiana. Dopo Siniša Mihajlović e Mario Sconcerti, tristemente salutiamo anche Gianluca Vialli, spentosi nelle ultime ore nella "sua" Londra dopo una lunga e coraggiosa battaglia contro un tumore al pancreas che l’ex bomber cremonese di Samp, Juve e della nazionale italiana combatteva dal 2017. Il mondo dello sport e dello spettacolo si stringe intorno alla famiglia Vialli e al suo dolore. Considerato uno dei migliori attaccanti del ventesimo secolo, Gianluca "Stradivialli" aveva 58 anni.

Addio a Gianluca Vialli

Classe 1964, nato a Cremona in una famiglia di origine trentina, Gianluca Vialli è stato uno degli attaccanti più prolifici e uno dei giocatori influenti degli anni ’80 e ’90. Dopo i primi anni alla Cremonese, "Stradivialli" (soprannome coniato dal grande Gianni Brera) è stato un simbolo della Sampdoria, con cui ha formato la coppia dei "gemelli del gol" con l’attuale tecnico della nazionale Roberto Mancini, portando anche lo Scudetto a Genova nel 1999.

Poi la Juventus, la leggendaria ultima Champions bianconera, la (poca) fortuna con l’Italia e gli ultimi anni a Londra, al Chelsea, dove ha anche allenato in qualità di player manager. Vialli era infatti uno sportivo a tutto tondo, a dir poco multitasking: così come in Inghilterra fu uno dei primi calciatori-allenatore, in Italia non si fermò mai e fu uno dei primi ad avere contatti con il mondo della televisione già durante la sua carriera (come opinionista di Settimana Gol su Italia 1), per poi dedicarsi al ruolo di commentatore tecnico una volta chiusa la sua attività agonistica.

È stato infatti una delle voci indimenticabili di Sky Sport – di cui è stato anche testimonial – ma anche conduttore, sempre contraddistinto dalla sua ben nota eleganza: lo ricordiamo al timone del reality Squadre da incubo su TV8 insieme all’amico e collega Lorenzo Amoruso. È inoltre stato protagonista di una puntata di Una semplice domanda, lo show di Netflix condotto da Alessandro Cattelan. Poi un videogioco (Gianluca Vialli’s European Manager), una penna sportiva importante (ha scritto The Italian Job, Goals, La bella stagione – diventato anche film – e firmato varie prefazioni) e un’intensa attività nel campo del sociale attraverso fondazioni per la ricerca su sclerosi e cancro. Proprio quest’ultimo, purtroppo, è stata la fatale bilancia del suo destino.

Dopo una lunga battaglia contro un tumore neuroendocrino al pancreas durata più di cinque anni Gianluca Vialli ha salutato la nazionale (era membro dello staff del CT e amico Roberto Mancini) prima di arrendersi alla terribile malattia, lasciando un vuoto sulla panchina azzurra che non verrà mai colmato ma verrà sempre omaggiato col ricordo di tutti.

Lo ricordiamo con le sue parole a Che tempo che fa quando, ospite di Fabio Fazio nel 2018, raccontò la sua lotta:

"L’ho affrontata come ho affrontato le situazioni quando facevo il calciatore e l’atleta professionista (…) mi sono messo nelle condizioni psicologiche per affrontare la cosa. (…) me la sono fatta addosso più di una volta, ci sono stati dei momenti difficili, però volevo tornare a lavorare."


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