Vessicchio a Sanremo, lui risponde: "Penso che la mia storia con la Rai sia finita”

Il Direttore d'orchestra più celebre d'Italia parla del futuro al Festival di Sanremo e della musica più in generale, e dell'impossibilità di fare accordi con Rai

Riccardo Greco

Riccardo Greco

Web Editor

Si avvicina all'editoria studiando all'IED come Fashion Editor. Si specializza poi in Comunicazione digitale, Giornalismo e Nuovi media presso La Sapienza, collaborando con alcune testate ed uffici stampa.

Giuseppe Vessicchio, all’alba di una storica vittoria contro la Rai, racconta in una lunga intervista a Il Giornale di alcune sue riflessioni circa il panorama musicale attuale e il Festival di Sanremo più nello specifico, discutendo di un suo possibile ma improbabile ritorno. Il Tribunale di Roma ha infatti "Appena pronunciato un verdetto storico per il futuro e la tutela dei diritti di produttori musicali e artisti interpreti esecutori", fa sapere Vessicchio, che aveva intentato una causa contro la Rai poiché gli erano stati "Negati i relativi diritti per l’utilizzo di musiche da lui composte e interpretate per un programma televisivo (La prova del cuoco)". Vediamo cosa ha detto.

Il parere sulla musica attuale

Il discorso parte ovviamente dal più chiacchierato "Strumento" del momento, se così vogliamo definirlo: l’autotune. A riguardo il direttore d’orchestra dice candidamente: "L’autotune è come il T9, è comodo ma non aiuta lo stile. Diciamo che allarga la possibilità di partecipare, ma è una maschera. Io credo che il suono della propria voce sia inalienabile, è un elemento della nostra identità". In merito agli artisti emergenti nel panorama musicale invece si sbilancia: "I ragazzi vogliono colpirti al primo colpo con verbi, ripetizioni, cacofonie varie. Nel complesso c’è gente di talento ma, come capita adesso, non approfondisce. Anche Lucio Battisti scriveva musica magari di getto. Ma poi ci rifletteva su sei mesi prima di pubblicarla. Ora no" ha spiegato.

L’impossibilità del ritorno in Rai

Discutendo del suo possibile ritorno a Sanremo, il Maestro risulta più ottimista: "Dipende da chi ci va. Se è un amico mi chiama, altrimenti no. Ad esempio Mario Biondi mi chiamerebbe". Insomma, non è da escludere che se qualche artista, o chi per lui, dovesse chiamarlo per partecipare dirigendo l’orchestra, probabilmente lui parteciperebbe. Molto meno ottimista e propositivo è parso nel paventarsi di impegni più importanti da accordare in futuro con Rai, come una conduzione. Sembra infatti che ci sia stato un anno in cui sia arrivato ad un soffio da co- condurre lo spettacolo della kermesse: "Ci aveva pensato Claudio Baglioni all’epoca di Claudio Bisio e Virginia Raffaele. Aveva pensato un ruolo per me e anche il vicedirettore Fasulo era d’accordo". Arrivo poi il veto: "Lo bloccò l’ufficio scritture della Rai. C’è un procedimento che mi riguarda per una questione di diritti connessi. Non s’è più fatto niente. Al momento non posso ancora avere contratti con Rai. Visto quanto in media durano processi e appelli in Italia, penso che la mia storia con la Rai sia finita". Molto triste questo aspetto, considerando soprattutto il supporto reciproco che l’emittente e il direttore d’orchestra si sono dati in tutti questi anni.


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