Il caso Mario Biondo è stato un suicidio? In cerca della verità

Il docufilm in onda su Nove ricostruisce la storia del cameraman trovato impiccato nella sua casa: la famiglia non ha mai accettato le ipotesi delle autorità

Suicidio apparente - Il caso Mario Biondo
Fonte: Ufficio Stampa

Un caso complicato, che dopo nove anni non ha ancora trovato una risposta definitiva. Stiamo parlando della morte di Mario Biondo, il cameraman italiano trovato impiccato nella sua casa in Spagna nell’ormai lontano 2013, immediatamente archiviata come suicidio. Ma la sua famiglia non ha mai creduto a questa ipotesi: la storia viene ricostruita nel docufilm Suicidio apparente – Il caso Mario Biondo, in onda nella prima serata del 30 luglio su Nove.

Suicidio o omicidio? Il caso di Mario Biondo

Mario Biondo era un giovane cameraman italiano, che nel 2011 stava lavorando per l’edizione spagnola dell’Isola dei Famosi. Qui conosce Raquel Sanchez Silva, uno dei volti più famosi e amati della tv spagnola, che era sbarcata al reality in veste di inviata. I due si innamorano, dopo un anno sono marito e moglie, e Biondo decide di trasferirsi definitivamente a Madrid. È proprio qui, nella sua casa, che il 30 maggio 2013 viene ritrovato impiccato: è la domestica ad accorgersi che qualcosa non va, e vede il corpo del cameraman in salotto. Le autorità spagnole aprono un’inchiesta, ma poco dopo il caso viene archiviato: si tratta di suicidio. Una conclusione che non ha mai convinto i famigliari del ragazzo, che hanno quindi chiesto alle forze dell’ordine italiane di riaprire il caso. La procura generale di Palermo ha dato nuovamente il via alle indagini, ed effettivamente sono stati individuati diversi elementi incompatibili con un suicidio: alcuni segni sul collo della vittima, la posizione innaturale del corpo, la strana forma del cappio e un’emorragia cerebrale che non avrebbe dovuto comparire.

Nel 2021, però, anche il Tribunale di Palermo ha ritenuto opportuno chiudere il caso archiviandolo come suicidio, data l’impossibilità di dimostrare in modo del tutto certo che si sia trattato di un omicidio. Una svolta nel caso è arrivata nel marzo 2022, quando la procura ha chiesto l’intervento dei vertici di Facebook, che avrebbe potuto fornire dei dati utili alle indagini. L’inchiesta è stata infatti riaperta dopo che la difesa della famiglia Biondo ha depositato una serie di prove raccolte da un team di esperti italo-americano, che ha scoperto che il giorno della morte di Mario sono stati effettuati diversi accessi al social network e alla rete Internet di casa sua: con l’aiuto di Facebook, quindi, sarebbe possibile risalire ai proprietari dei dispositivi utilizzati. In più, sono stati individuati alcuni movimenti sospetti della carta di credito della vittima proprio intorno all’ora della sua morte.


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