Squid Game 3, sapevamo già il finale dall'inizio: la frase choc che ha svelato la conclusione della serie Netflix

La fine del drama coreano ha spaccato i fan, e c'è chi pensa che ne fossimo a coscienza da ben prima dell'ultimo episodio

Roberto Ciucci

Roberto Ciucci

Giornalista

Appassionato di sport, avido consumatore di manga e film, cultore di tutto ciò che è stato girato da Quentin Tarantino e musicista nel tempo libero.

Quello di Squid Game è senza dubbio stato uno dei fenomeni mediatici più importanti degli ultimi anni. La serie Netflix, lanciata con la stagione 1 a settembre del 2021 ha raccolto milioni di fan in tutto il mondo. Lo scontro tra Gi-hun e il malvagio Front Man, però, non si è concluso come molti si aspettavano, lasciando l’amaro in bocca e un generale senso di insoddisfazione. Riguardando agli episodi iniziali della stagione 3, c’è chi è convinto che il finale di Squid Game ci fosse già stato rivelato da un particolare personaggio. Ovviamente ci saranno pesanti spoiler della serie da qui in poi, quindi continuate con la lettura a vostro rischio e pericolo.

La frase che rivelava il finale di Squid Game 3: la teoria che impazza sul web

Gi-hun, alla fine, non riesce nel proprio intento di fermare i giochi, preferendo sacrificarsi per dare una vita alla figlia della giocatrice 222, cosa che non era riuscito a fare con la sua. Un finale agrodolce (anzi, unicamente "agro") che ha scontentato molti appassionati, che hanno recepito con disappunto questa terza stagione. Una conclusione che, però, per qualcuno dovevamo aspettarci, stando alle parole della sciamana (giocatrice 044). In particolare, ci riferiamo a quelle da lei pronunciate nell’episodio 6 della stagione 2, intitolato "O X". Siamo nel bel mezzo del gioco con il giro tondo e la sciamana viene trascinata da un’altra giocatrice in una delle stanze. Qui vede 222 e, rivolgendo uno sguardo sornione al suo pancione, dice a Gi-hun qualcosa che, fino alla fine, è rimasto piuttosto criptico: "Hai vissuto più a lungo di quanto dovevi. Ora capisco perché. Sei qui per una ragione".

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Un commento tutto sommato banale, lì per lì, sfuggito ai più nel mezzo del trambusto del gioco. A posteriori, però, si rivela una vera e propria premonizione sul destino finale di Gi-hun. L’uomo non sarebbe quindi tornato nei giochi per distruggerli dall’interno o addirittura per vendicarsi del Front Man, ma per far sì che la figlia di 222 sopravvivesse, sacrificandosi per lei in un atto di redenzione finale.

Un simbolo morale più che un eroe

La diversa lettura delle parole della sciama porta anche a reinterpretare la figura di Gi-hun. Egli non è un "prescelto" destinato a fermare l’organizzazione dietro agli Squid Games, ma una sorta di simbolo morale chiamato a compiere un ultimo gesto per redimere un’umanità corrotta da malvagità e avidità. Un gesto che, però, rimane abbastanza fine a se stesso. Sì, la sezione coreana dell’organizzazione probabilmente è stata fermata (almeno temporaneamente), ma nel mondo i giochi continuano e continueranno. Lo esplicita chiaramente la scena finale, quella col cameo di Cate Blanchett nei panni di una reclutatrice. Una scena che funge anche da ponte per il tanto vociferato spin-off americano. Secondo voci sempre più insistenti, le riprese dovrebbero cominciare a dicembre di quest’anno e alla regia dovrebbe esserci nientemeno che David Fincher.


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