Squid Game 3: la spiegazione del finale con Cate Blanchett e il colpo di scena in aeroporto
Qual è il significato del finale di Squid Game 3? La serie si conclude con colpi di scena e messaggi importanti, anche sul futuro dei giochi mortali.
La parabola Squid Game si conclude con una stagione 3 su Netflix che non risparmia al pubblico brutalità e dolore. Anche questa seconda ondata di giochi si è conclusa con un vincitore, stavolta del tutto inaspettato, e con la morte di 455 giocatori, compreso il nostro eroe Seong Gi-Hun. Prima di arrivare al significato di questa vittoria e del gesto sacrificale del protagonista, analizziamo cos’è successo nel finale di Squid Game 3, rispondendo alle domande rimaste senza risposta per alcuni spettatori.
Cosa succede nel finale di Squid Game 3?
Il finale di Squid Game 3 chiude definitivamente i giochi per il semplice fatto che l’intera struttura in cui sono messi in scena è fatta esplodere dal Front man. Alla fine delle lunghe ricerche, suo fratello, l’agente Jun-ho, riesce a trovare l’isola, proprio a conclusione dei giochi. Front man fa evacuare l’intera struttura, poi pigia il tasto di autodistruzione. C’è però il tempo di un fugace incontro tra i fratelli, al quale Front man sfugge dopo aver recuperato la piccola 222, rimasta sola sulla piattaforma del gioco finale. Jun-ho tornerà alla sua vita, senza più saperne del fratello e di quanto gli è accaduto. Ma sarà proprio il fratello a fargli un ‘dono’ speciale qualche tempo dopo: la neonata 222 con una carta di credito contenente la vincita milionaria di Squid Game.
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Entra nel canale WhatsAppPerché Front Man aiuta Gi-Hun?
È da questo gesto che ci leghiamo alla svolta finale del Front Man. Nella seconda stagione ha dato prova di essere un personaggio freddo e senza scrupoli, arrivando addirittura ad infiltrarsi tra i giocatori per mediare il gioco a suo vantaggio. Nel finale, tuttavia, sembra comprendere il valore di Gi-Hun e del suo obiettivo, al punto da dargli un’arma per salvare se stesso e la bambina. È la forza di volontà del protagonista e, soprattutto, il suo spirito di sacrificio, contrario a tutto quanto visto nei giochi, a scalfire (seppur leggermente) le convinzioni di Front man sull’umanità. Tanto che sarà proprio Front Man a dare un futuro alla bambina 222, portandola a suo fratello, e a recuperare il denaro di Gi-Hun prima che sia rubato dai suoi ex scagnozzi per donarlo alla figlia, che vive a Los Angeles.
Squid Game continuerà con una nuova serie?
Proprio la scena in cui Front man è a Los Angeles fa nascere una domanda importante: Squid Game avrà una nuova serie ambientata in America? Il dubbio nasce dall’inaspettato cameo di Cate Blanchett nei panni di una reclutatrice tra le strade della cittadina americana. Front Man la incrocia mentre è in auto, intercettando l’ormai ben noto rumore del gioco ddakji, col quale sono poi scelte le vittime di Squid Game. Una scena che lancia due messaggi. Il primo, che nonostante quanto si faccia e si sacrifichi, il gioco, come la vita, continua, e bisogna farci i conti. Il secondo è invece la chiara possibilità che Squid Game possa avere una versione americana, come d’altronde si vocifera ormai da qualche tempo. Pur non essendoci ancora alcuna conferma ufficiale in merito, la decisione di piazzare una scena del genere diventa un indizio importante sulla volontà di lasciare una porta aperta a questo prodotto.
Perché 011 vuole suicidarsi e cosa le fa cambiare idea
Altro personaggio che ha catalizzato l’attenzione in Squid Game 3, e soprattutto sul finale, è 011. Parliamo della guardia/soldato dei giochi, che cerca nel finale di salvare il giocatore 246, padre della bambina malata che ha conosciuto durante il suo lavoro al parco giochi. No-eul, questo il suo vero nome, riesce non solo a far evadere il giocatore, ma anche a bruciare tutte le tracce del suo passaggio a Squid Game bruciando l’intero archivio. Qui trova anche il suo file e le foto di sua figlia scomparsa dopo la sua fuga dalla Corea del Nord. Nel file legge, tuttavia, che sua figlia sembra sia morta. Una frase che la distrugge al punto di decidere di togliersi la vita. No-eul sta per suicidarsi quando le arriva il suono del pianto di una neonata, 222, che le dona la forza per andare avanti. E infatti, poco tempo dopo, c’è per lei un’importante notizia: sua figlia potrebbe essere ancora viva, in quanto avvistata in Cina. La incontriamo per l’ultima volta nella serie in aeroporto, mentre sta per mettersi in viaggio. Ed è proprio qui che assistiamo ad una scena che non tutti hanno compreso.
Cosa significa la scena madre-figlio in aeroporto?
Molti, di fronte alla scena dell’incontro in aeroporto tra madre e figlio, si sono chiesti: e questi chi sono? Bisogna fare un passo indietro, alla prima stagione, per comprenderlo. L’investigatore amico di Gi-hun, lo stesso ingaggiato da 011 per ritrovare sua figlia, sta lavorando da tempo alla ricerca della madre della giocatrice Sae-byeok (il numero 067 della prima stagione, che riesce ad arrivare fino ai giochi finali). 067 è una dissidente politica della Corea del Nord, che vuole vincere il gioco per avere il denaro sufficiente a portare via il suo fratellino dall’orfanotrofio dove è custodito e ricongiungersi poi con la sua famiglia. Alla morte di 067, è Gi-Hun a fare proprio questo compito. Grazie al suo amico investigatore, riesce a trovare la madre del bambino (ormai diventato un adolescente) e a far ricongiungere i due. La storia di 067, così come il suo personaggio, ha avuto sul pubblico coreano un impatto tale da portare il regista a dare una parte a questa vicenda anche nel finale della serie.
Perché vince 222? Il vero significato del finale
Squid Game rappresenta chiaramente una micro società, all’interno della quale domina l’egoismo. Lo si vede chiaramente nei giochi finali, dove anche se si può collaborare per salvare più persone possibili, la scelta è sempre quella di eliminare quanti più contendenti al premio finale. L’individualismo raggiunge livelli estremi: non conta più la vita degli altri, ma solo la propria. In questo scenario desolante, pochi individui regalano al mondo speranza, e tutti con un unico obiettivo: salvare la vita della neonata. Lo fa Hyun-ju, la giocatrice transessuale 120, che fa da scudo col suo corpo per salvare lei e la sua mamma; lo fa poi Jang Geum‑ja, l’anziana giocatrice 141, che arriva ad accoltellare il suo stesso figlio pur di dare una speranza alla bambina. La stessa 222 si suicida pur di dare a sua figlia una chance di vivere e, sul finale, è 456 a sugellare questo filone, togliendosi la vita volontariamente per salvare la neonata.
"Non siamo cavalli, siamo umani", è la frase che anticipa il gesto sacrificale di 456, un gesto detto ai VIP e al Front man che stanno guardando ma, più in generale, al pubblico della serie. Perché è vero che l’individualismo e l’egoismo dominano la nostra società, ma c’è ancora una speranza di bene, di cambiare le cose, incarnata dalla nuova generazione. E se sacrificare sé stessi vuol dire dare una possibilità all’umanità, il vincitore di Squid Game non poteva che essere la piccola 222.