Nove racconta il caso di Roberta Ragusa, scomparsa 10 anni fa

Il 5 novembre va in onda il documentario che ripercorre la vicenda di San Giuliano Terme, conclusa nel 2019 con la condanna del marito a 20 anni di reclusione.

Roberta Ragusa
Fonte: Nove

Per il suo ciclo di documentari dedicati ai casi di cronaca più eclatanti degli ultimi decenni di storia italiana, Nove propone Scomparsa – Il caso Ragusa, in onda il 5 novembre in prima serata. Si tratta di uno speciale che ricostruisce la storia di Roberta Ragusa, una donna di 45 anni misteriosamente scomparsa da casa sua, in Toscana, nel 2012.

La scomparsa di Roberta Ragusa

Era il 14 gennaio 2012 quando Antonio Logli, del comune di San Giuliano Terme (Pisa) denuncia la scomparsa della moglie, Roberta Ragusa: l’uomo racconta di essersi risvegliato quella mattina senza trovare la donna al suo fianco. L’ultima volta che l’ha vista è la sera prima, con indosso un pigiama rosa. Sostiene che la moglie potrebbe essere uscita di casa involontariamente, a causa di una perdita di memoria dovuto a un trauma alla testa riportato cadendo dalle scale qualche giorno prima. Subito dopo la denuncia, poi, l’uomo inizia ad avere un comportamento strano: fa sparire la sua auto, chiede all’azienda in cui lavora una lunga aspettativa e chiede a Sara Calzolaio, la babysitter dei suoi figli nonché sua amante di lunga data, di cancellare tutte le prove della loro relazione.

Già dalle prime ricostruzioni, l’ipotesi dell’omicidio sembra essere quella più accreditata. Alcune testimonianze rivelano che Roberta Ragusa aveva scoperto la relazione extraconiugale del marito, ma che non potesse lasciare la sua casa perché tutti i suoi beni erano cointestati. Il caso arriva poi a una svolta: due testimoni raccontano di aver visto un uomo trascinare con forza nella sua auto una donna con un pigiama rosa. La descrizione della macchina e dell’uomo corrispondono, e gli inquirenti ipotizzano che la donna stesse fuggendo da un’aggressione del marito, che però riesce a bloccarla, per poi ucciderla. Dopo diversi anni in regime di obbligo di firma, nel 2016 inizia il processo a carico di Antonio Logli, per cui viene chiesta una pena di 30 anni di reclusione. La pena diventa definitiva nel 2019, quando la Corte di Cassazione condanna l’uomo a 20 anni di carcere per omicidio e occultamento di cadavere. Il corpo di Roberta Ragusa, infatti, non è ancora stato ritrovato.


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