Caos Rai, giornalisti in rivolta: comunicato (di fuoco) e cinque giorni di sciopero. Perché

Stato di agitazione alla Rai, dopo il comunicato in diretta i giornalisti proclamano uno sciopero di 5 giorni, ecco quanto riportato nel documento

Virginia Destefano

Virginia Destefano

Social Media Manager & Copywriter

Una passione smisurata per le serie TV. Laurea in Cinema, Televisione e New Media, videomaking e scrittura sono il mio passatempo preferito.

Caos Rai, giornalisti in rivolta: comunicato (di fuoco) e cinque giorni di sciopero. Perché
Fonte: IPA

Lo stato di agitazione nella Rai ha raggiunto un nuovo apice con l’annuncio dei giornalisti di proclamare cinque giorni di sciopero. Questa decisione è il culmine di crescenti tensioni all’interno dell’azienda riguardo alla sua autonomia politica. Il comunicato diffuso dai principali telegiornali della tv pubblica ha sottolineato le preoccupazioni per l’influenza politica sulla programmazione, con richieste inequivocabili di separazione tra la Rai e il governo. L’assemblea dei Comitati di Redazione, in collaborazione con l’Usigrai, ha espresso il proprio malcontento attraverso questa forma estrema di protesta.

Caos Rai, giornalisti in rivolta: 5 giorni di sciopero. Perché

Nel documento approvato con 71 voti a favore e riportato da Fanpage.it si legge:

"Nei gruppi di lavoro "Ottimizzazione offerta editoriale" e "Evoluzione competenze ed interventi organizzativi" non ci sono giornalisti, e per ora gli unici interventi, calati dall’alto senza alcun confronto con il sindacato, sono quelli che prevedono lo smembramento della Radio, con Gr Parlamento e la redazione sportiva che verrebbero assegnati rispettivamente a Rai Parlamento e Rai Sport, svuotando di fatto Radio1 dalla sua vocazione all news basata su informazione e sport, senza alcuna ragionevole motivazione organizzativa o industriale, senza alcun vantaggio per la testata o per l’azienda", riporta il comunicato.

La convocazione online dell’Usigrai ha catalizzato le preoccupazioni dei giornalisti della Rai, che hanno espresso una profonda inquietudine riguardo allo stato attuale dell’azienda. L’autonomia del Servizio Pubblico dalla politica è stata al centro del dibattito, evidenziata chiaramente dal comunicato letto durante i principali telegiornali nazionali. L’opposizione al rischio di trasformare la Rai in uno strumento di partito è stata enfatizzata, con l’obiettivo dichiarato di preservare l’indipendenza editoriale e la libertà di stampa dell’azienda.

Le preoccupazioni dei giornalisti

Il documento adottato con una schiacciante maggioranza di voti ha sottolineato le preoccupazioni dei giornalisti sulla direzione aziendale. In particolare, si è discusso dell’impatto potenzialmente negativo della perdita di importanti figure Rai a favore di altre piattaforme, sia in termini di ascolti che di bilancio. L’opposizione allo smembramento di settori cruciali come la Radio è stata espressa chiaramente nel documento, evidenziando il rischio di perdere il focus sull’informazione e lo sport. La protesta mira a mettere in luce le sfide persistenti che il settore giornalistico della Rai affronta da tempo, inclusi problemi di organico, mancati accordi sindacali e tagli alla produzione che minacciano la qualità e l’indipendenza dell’informazione pubblica.


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