Gina Lollobrigida, l'ex factotum Andrea Piazzolla condannato a tre anni per circonvenzione

Durissima sentenza per l’aiutante della diva scomparsa lo scorso gennaio. Era stato accusato dagli eredi di aver approfittato della vulnerabilità della donna per farsi intestare i beni.

Tommaso Pietrangelo

Tommaso Pietrangelo

Giornalista

Autore, giornalista, cantautore. Laureato in Letterature Straniere, è appassionato di cinema, poesia e Shakespeare. Scrive canzoni e ama i gatti.

Gina Lollobrigida e Andrea Piazzolla
Fonte: Mediaset Infinity

Condannato a tre anni di reclusione e al risarcimento (milionario) di tutti gli eredi. Questa la sentenza che ha posto fine al processo nei confronti di Andrea Piazzolla, ex factotum di Gina Lollobrigida, che per anni si sarebbe approfittato della diva appropriandosi dei suoi beni (poi messi in vendita attraverso case d’asta). Secondo i giudici, il giovane aiutante avrebbe sfruttato a suo vantaggio la "vulnerabilità" dell’attrice e il suo "indebolimento della corretta percezione della realtà". Soddisfatti il figlio di Gina, Milko Skovic, e il nipote Dimitri, che avevano dato il via al procedimento contro Piazzolla. Ecco tutti i dettagli.

Gina Lollobrigida, condanna per l’ex factotum Piazzolla

Prima della sentenza, al termine del dibattimento di questa mattina, Andrea Piazzolla aveva ribadito in aula la sua innocenza: "Sono stato l’unico che si è preso cura di Gina Lollobrigida con amore e continuo a farlo". Ma a poco sono servite le sue parole, dato che giudici hanno deciso di condannarlo a tre anni di reclusione, più il risarcimento milionario delle parti civili coinvolte. Stando alle ricostruzioni dei legali, l’imputato avrebbe sottratto beni per oltre dieci milioni di euro a Gina Lollobrigida, scomparsa lo scorso 16 gennaio.

Nel 2017, i periti nominati dal gip Maria Paola Tomaselli avevano stabilito che la diva, nei suoi ultimi anni di vita, era andata incontro a un "un indebolimento della corretta percezione della realtà" e a una "vulnerabilità" che rendeva "possibile l’altrui opera di suggestione". La Lollobrigida, quindi, sarebbe stata raggirata dal suo factotum Andrea Piazzolla, che pure lei aveva sempre difeso a spada tratta. L’aiutante avrebbe convinto l’anziana attrice a nominarlo amministratore delle sue società, per poi procedere a vendere diversi appartamenti per guadagno personale. Ed è per questo che è oggi stato condannato.

Soddisfatti, ovviamente, i legali di parte civile. Così come il figlio di Gina, Milko Skofic, che all’uscita dall’aula si è espresso così: "Questa sentenza mette le cose in equilibrio, ma tutto ciò non doveva succedere…Un rimpianto? Il tempo perso con il processo che mi ha impedito di stare vicino a mia madre quanto avrei voluto e anche gli anni persi da lei". Parole amare, invece, quelle pronunciate dallo storico amico della Lollobrigida, Angelo Perrone. "Prendo atto della sentenza e come tutte le sentenze la rispetto", ha detto dopo il verdetto, "ma non credo si possa parlare di una vittoria da parte dell’accusa. Di certo mi spiace per Gina che ha sempre sostenuto che Piazzolla era molto importante per lei".


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