Califano, Mita Medici: “Un grande amore, ci separò una bugia. A Leo Gassmann ho svelato un segreto per interpretarlo”

Libero Magazine intervista Mita Medici, fidanzata storica di Franco Califano, che ci regala il suo ricordo a poche ore dalla messa in onda su Rai 1 del film ispirato alla vita del cantautore

Valentina Di Nino

Valentina Di Nino

Giornalista

Romana, laurea in Scienze Politiche, giornalista per caso. Ho scritto per quotidiani, settimanali, siti e agenzie, prevalentemente di cronaca e spettacoli.

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Si intitola semplicemente Califano il biopic che andrà in onda in prima serata su Rai Uno domenica 11 febbraio e che racconta la vita di Franco Califano negli anni che vanno dagli esordi fino ai primi anni ’80. A interpretate il cantautore romano sarà Leo Gassmann, figlio e nipote d’arte, al suo debutto sul set. La figura di Califano viene raccontata attraverso il suo percorso artistico e le sue vicende umane e in questo racconto trova posto anche un grande amore del cantautore: quello per Mita Medici che in questa intervista ci regala i suoi ricordi personali del suo lungo rapporto con Franco Califano che, finito l’amore giovanile, si è trasformato ed è continuato in altre forme per tutta la vita.

Signora Mita Medici, domenica andrà in onda su Rai Uno il film dedicato a Franco Califano in cui si racconta anche la vostra storia d’amore, sapeva del film? Ha già visto qualcosa? E cosa pensa di questo omaggio al cantautore?

Sono molto curiosa. Non sono potuta andare all’anteprima a Roma perché in questo momento sono impegnata per lavoro, quindi lo vedrò anch’io in tv. Sapevo del film perché sono stata anche coinvolta durante la lavorazione: mi hanno chiesto una consulenza per raccontare qualcosa di più particolare e inedito. Ho incontrato sia Angelica Cinquantini che nel film interpreta me, sia Leo Gassmann ai quali ho raccontato qualcosa in più e ho provato a dare qualche input su quella che è stata anche la storia d’amore con Franco, su come l’abbiamo vissuta, su come eravamo. E ovviamente ora sono molto curiosa di vedere il risultato finale, e mi diverte l’idea di vedere un’attrice giovane che interpreta la ragazza che ero.

Le piace la scelta di Leo Gassmann per interpretare Franco Califano?

Si, secondo me lui ha molto di Franco nella faccia, in una certa espressione, nel suo bel sorriso. Questo già ce l’ha di suo, poi c’è da dire che hanno fatto anche un gran lavoro su trucco e costumi. Io ho raccontato a Leo diverse cose e gli ho suggerito di stare sempre bello dritto, perché Franco Califano era fiero ed elegante. Parliamo di tempi in cui era giovane e veramente bellissimo, ma questa sua eleganza, questo suo portamento lo ha caratterizzato per tutta la vita. Anche se poi ha giocato molto sul personaggio di uomo rude e se gli anni e molte vicende lo hanno segnato, quel portamento era proprio una sua caratteristica che non l’ha mai abbandonato. Sono sicura che sia Gassmann che Angelica Cinquantini abbiano fatto un bel lavoro, sono giovani e hanno tanta voglia di lavorare e costruirsi il loro percorso artistico, questo l’ho capito subito quando li ho incontrati.

Nel film si racconta il vostro primo incontro, la vostra storia e poi si racconta del giorno fatale in cui lei che lo "becca" in un ristorante a Trastevere, il "vostro" ristorante, con un’altra ragazza e decide di lasciarlo: sono andate così le cose? Quali sono i suoi ricordi?

Si, cominciando dalla fine, è andata così: l’ho trovato nel ‘nostro’ ristorante in compagnia, con tutta probabilità era una cosa innocente, non ho mai avuto le prove che mi abbia tradito, ma la cosa grave per me era che lui mi aveva detto una bugia. Mi aveva raccontato che era fuori Roma, e quando invece l’ho trovato lì con un’altra ho deciso subito: sono andata a casa dove vivevamo insieme, ho preso tutta la mia roba, e me ne sono andata.

Invece è vero che il primo incontro di Mita Medici con Franco Califano è avvenuto grazie a Gianni Minà?

Si, ma è stato comunque tutto molto casuale. Gianni Minà era un mio grande amico ed era anche molto amico di Franco, e mi aveva parlato tante volte di questo Califano. Io all’epoca amavo tanto la musica, ma il mio cuore batteva per le star del rock: Beatles, Rolling Stones, Pink Floyd. Ci siamo incontrati in una casa discografica a Milano, Minà ha visto lui, lo ha salutato, e a quel punto ci ha presentato. Io me lo immaginavo diverso dai racconti di Minà perché non lo conoscevo, non sapevo niente, solo quello che mi aveva detto lui. E mi sono trovata davanti quest’uomo bellissimo, con quel sorriso incredibile che veramente mi ha conquistato subito. Ed evidentemente anche io ho conquistato lui, perché da allora è iniziato un bel corteggiamento.

Che ricordi ha di quella storia?

Posso dire che Franco Califano, al di là del personaggio su cui poi ha un po’ giocato, era un uomo che veramente amava le donne. Noi insieme siamo stati benissimo, io ho ricordi stupendi, è stato un grande amore e lui mi ha molto coccolato. Mi ricordo la sua gentilezza, la sua galanteria, in questo era incredibile. Non so se fosse l’amore particolare che ci univa a farlo essere così, ma questo è il ricordo che ho io, quello di uomo pieno di attenzioni, un uomo quasi d’altri tempi. E forse proprio per questo poi, la delusione di quella bugia che ha incrinato il nostro rapporto non l’ho sopportata, e ho preferito andarmene.

Ma in altre forme è un rapporto che è continuato per tutta la vita, vero?

Si, esatto. L’amore è finito ma poi ci siamo chiariti e siamo rimasti amici. Quando ci incontravamo era sempre una festa. Poi lui anche nelle interviste, nei libri, ha sempre parlato benissimo di me. E oggi Franco Califano mi manca perché mi manca una persona che so che mi voleva molto bene, perché me lo ha sempre dimostrato.

C’è un aspetto di Franco Califano che non è mai arrivato al pubblico e che invece secondo lei avrebbe meritato di essere conosciuto?

Credo che la sua grande generosità con le persone con cui condivideva tanto, a partire dal suo tempo, sia stata troppo poco raccontata. Credo comunque che la sua caratteristica migliore sia arrivata invece molto chiaramente al pubblico ed è il motivo per cui Franco Califano è stato, ed è, tanto amato: era una persona vera. E questo, soprattutto nel nostro mondo e soprattutto oggi, non è da tutti. In lui non c’era nulla di costruito, si presentava sempre così com’era, nel bene e nel male e anche con tutte le sue fragilità che lo hanno portato anche a dare troppa fiducia a certe persone.

Già in vita, negli ultimi anni, Franco Califano lamentava di essere stato messo un po’ da parte, non dal pubblico ma dal suo mondo, secondo lei oggi è abbastanza ricordato?

Franco Califano è stato ed è ancora molto amato dal pubblico, a prescindere da tutto: è nel cuore delle persone, e tra l’altro di tante persone di età diverse. Anche molti giovani lo amano e lui ne sarebbe stato contento perché fino all’ultimo ha sempre cercato di seguire e aiutare i giovani. Questa è la cosa più importante: è rimasto, è, nel cuore delle persone.

Qual è la canzone che Mita Medici ama di più tra le tante di Franco Califano?

Qualche anno fa al Festival di Todi ho messo in scena un recital delle sue canzoni, con tanto pubblico che è accorso a vederlo, proprio perché Franco è rimasto tanto nel cuore, e poi forse c’era anche la curiosità di ascoltare la mia versione dei suoi pezzi, visto il nostro rapporto. In quell’occasione ho riscoperto e approfondito ancor di più tanti brani meravigliosi e devo dire che, oltre ai grandi capolavori storici che tutti conosciamo, mi sono innamorata di una canzone più recente, Un tempo piccolo: è un vero affresco di emozioni e suggestioni, la trovo meravigliosa.

Oltre al teatro, al cinema, alla musica, lei ha fatto tanta tv: non le viene mai voglia di tornare sul piccolo schermo?

In questo momento sono piuttosto impegnata su altri fronti. Sarò nel nuovo film di Paolo Sorrentino e sto curando un podcast, Appassionatamente Mita, presente su tutte le piattaforme, che sta riscontrando veramente molto successo. In questo podcast leggo lettere reali di grandi personaggi o a grandi personaggi: da Napoleone a John Lennon, da Bukowski a Elsa Morante a tanti altri, ed è un’idea che sta avendo veramente un buon riscontro. Mi vedrete a breve di nuovo in un ruolo che è un ritorno, ma di cui non posso parlare perché ormai si tiene tutto segreto fino all’ultimo, e quindi non posso dire ancora nulla. Nei giorni scorsi ho anche avuto la bellissima sorpresa di essere stata nominata Accademica d’Onore dall’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino insieme a Marina Abrahmovich, una cosa che mi ha regalato veramente una grande gioia inaspettata. Insomma, è un momento molto pieno per me, della televisione ogni tanto se ne parla, anche perché io ho sempre voglia di fare e parlare al mio pubblico, ma ci vorrebbe il progetto giusto con la squadra giusta per mettere su qualcosa di originale e che mi piaccia e mi rispecchi. Chissà, vedremo.


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