Femminicidio Cecchettin in TV: Pd contro Venier per le parole di Matone. Bufera da Parenzo: "Mancano le donne"

Polemiche a L’aria che tira nel dibattito sull’omicidio di Giulia. Raimo se la prende col conduttore: “Faccio una figura di me**a”. Il Pd critica Domenica In per l'intervento di Simonetta Matone

Riccardo Greco

Riccardo Greco

Web Editor

Si avvicina all'editoria studiando all'IED come Fashion Editor. Si specializza poi in Comunicazione digitale, Giornalismo e Nuovi media presso La Sapienza, collaborando con alcune testate ed uffici stampa.

Il caso Cecchettin continua a far discutere l’opinione pubblica, accendendo i riflettori e il dibattito su un tema che per troppo tempo ha fatto fatica a decollare, nei nostri salotti come nelle nostre TV. Qualcosa si è smosso, ma adesso sta a noi tutti tenere alta l’attenzione sulla tematica, ed evitare di ricadere nei medesimi errori, e nell’oblio mediatico di una "News" non più fresca, che portano poi molti a bollare una piaga sociale come il femminicidio come una mera casualità o sopravvalutazione del fenomeno. Purtroppo sembra che nelle nostre TV questo stia già accadendo, scegliendo di dar voce a personalità sbagliate o insufficienti e trattare la tematica. Lo sa bene David Parenzo, appena investito da una vera e proprio bufera mediatica per gli ospiti scelti per parlare del caso di femminicidio di Giulia Cecchettin. Ma lo sa anche Mara Venier, che ha ospitato in studio personalità di parte e considerate fin troppo di destra, che – a detta di alcuni – si sono lasciate andare ad esternazioni poco edificanti sul tema. Questo tipo di rappresentazione televisiva riguardo il tema, troppo spesso reiterata e troppo poco condannata, minano la possibilità di creare una discussione costruttiva sul tema, evidenziando la profonda crisi della televisione pubblica, troppo ancorata alle regole del passato, e incapace di rinnovarsi.

La ribellione degli ospiti da Parenzo

Tra i casi più eclatanti delle ultime ore, si evidenza la puntata in onda oggi – lunedì 20 novembre – de L’aria che Tira, programma recentemente passato alla conduzione di David Parenzo, dopo essere stato timonato a lungo da Myrta Merlino. Ebbene, è stato subito evidente a tutti l’errore commesso: i partecipanti al dibattito sono Francesco Borgonovo, Roberto Castelli, Christian Raimo e Benedetta Scuderi. Cominciano a discutere Francesco Borgonovo e Christian Raimo poi è il turno di Benedetta Scuderi che fa notare: "Parliamo di femminicidio e sono l’unica donna in studio". Poi spiega il suo punto di vista: "Ci sentiamo in pericolo per qualsiasi cosa e non accetto da un uomo che mi venga a dire che cos’è il patriarcato. Il femminicidio è l’apice della cultura patriarcale. Ma la cultura patriarcale è in ogni gesto, è nel dire sei mia, non devi vestirti in quel modo, è nelle donne che guadagnano meno degli uomini. Tutto questo è cultura patriarcale e non lo dico, ma lo dice chi studia questi fenomeni".

A quel punto Christian Raimo si ricollega all’intervento della portavoce dei Verdi Europei e sbotta verso il conduttore David Parenzo: "È veramente una situazione al limite. Commentiamo un femminicidio e lo stiamo facendo tra quattro maschi e una donna, una roba che giuro è inguardabile. Dobbiamo parlare di che cos’è il patriarcato? Cerca di fare questa roba perché sennò faccio una figura di mer*a e a me non va, me torno in classe e faccio le mie cose". A peggiorare la scelta del palco ospiti ci pensa l’ex ministro della giustizia Castelli, che minimizza il problema in Italia: "Non mi ritrovo in questa narrazione. Se prendiamo tutti i Paesi europei, l’Italia è al quartultimo posto per femminicidi, questo ci può fare meditare sulla questione del patriarcato. I paesi nordici sono ai primi posti e non credo che siano più patriarcali di noi. Non è vero, questo è il primo punto, che l’Italia è il paese nel quale ci sono più femminicidi. E ricordo che per il femminicidio è previsto l’ergastolo. Quale pena superiore vogliamo dare? E poi i maschi vengono uccisi con una percentuale doppia rispetto alle donne". A quel punto Benedetta Scuderi è costretta a sottolineare quello che per molti è già abbastanza ovvio: "Il problema non si risolve dando una pena massima, una pena più dura. Abbiamo compreso che il problema non si risolve così".

La condanna del PD alle dichiarazioni degli ospiti di Venier

Situazione non meno problematica è quella che si è venuta a creare ieri negli studi di Domenica In, dove anche la Venier ha dato voce al tema, muovendosi però in un modo che a qualcuno non è piaciuto, tanto da richiedere una nota scritta dai componenti della commissione di Vigilanza Rai del Partito Democratico, che lamentano una visione eccessivamente di parte del programma contenitore della domenica, evidenziando la presenza di voci evidentemente di destra. Il testo diffuso dalla commissione guidata da Stefano Graziano sottolinea infatti la problematicità degli interventi avvenuti nello show: "A Domenica In, ieri, un momento poco edificante di come la tv pubblica decide di affrontare un tema drammatico con ospiti politici. Perché a discutere dell’assassinio di Giulia Cecchettin sono state invitate due esponenti di centrodestra come Rita Dalla Chiesa e Simonetta Matone? Sulle parole dell’onorevole Matone poi, meglio stendere un velo, vista l’assurdità delle sue affermazioni con il richiamo a ‘madri normali’, colpevolizzando ancora una volta le donne e veicolando messaggi che perpetuano la cultura maschilista nella quale di riproduce la violenza. Sconcerta che per discutere di una questione sulla quale serve la massima unità, la Rai decida di far parlare solo una parte, fornendo ancora una volta un cattivo esempio di pluralismo".

Durante la puntata infatti, Matone si è lanciata in una serie di esternazione che riescono nuovamente a colpevolizzare le donne per un problema sistemico ad opera di uomini per definizione, come nel caso del femminicidio. La deputata della Lega ha infatti sostenuto in trasmissione: "Ne ho viste di situazioni simili, e sono uomini italici, figli di donne tipicamente italiche. Sono atteggiamenti che tendono a perpetrarsi. Cosa voglio dire. Sono archetipi che si perpetrano attraverso l’educazione, l’esempio, il perdonargliele tutte, il pensare che questa ossessione sia amore. Io non voglio crocifiggere questa povera donna che sarà distrutta, però il problema è quello. io non ho mai incontrato dei soggetti gravemente maltrattati, gravemente disturbati che avessero però delle mamme normali. Non ne avevano. Vuol dire prendere le botte dal padre e non reagire, fare vivere il figlio in un clima di terrore e violenza e fargli credere che tutto questo è normale, non ribellarsi mai, subire ricatti di tutti i generi e imporre questo modello familiare al proprio figlio che lo perpetrerà".
La colpa della violenza maschile diventa quindi peccato originale di una donna che non ha la forza di combattere.


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