Alessandro Borghi diventa Rocco Siffredi e svela: "Sono ossessionato dal sesso". Perché

L'attore romano ha rilasciato una lunga intervista a proposito della serie "Supersex", che arriverà a marzo sulla piattaforma di streaming. Ecco in dettaglio cosa ha detto.

Tommaso Pietrangelo

Tommaso Pietrangelo

Giornalista

Autore, giornalista, cantautore. Laureato in Letterature Straniere, è appassionato di cinema, poesia e Shakespeare. Scrive canzoni e ama i gatti.

Alessandro Borghi
Fonte: RaiPlay

Alessandro Borghi si spoglia (letteralmente) ed entra nei panni di Rocco Siffredi. L’attore romano sarà infatti protagonista, a marzo, di una serie-evento Netflix sul celebre re del porno. Ne ha parlato a Vanity Fair, in un’intervista imperdibile per tutti i fan e gli appassionati. Tra l’ossessione per il sesso, le scene di nudo obbligatorie, e il viaggio nell’anima (oltre che nel corpo) di un personaggio così controverso, Borghi ha provato a ripercorrere la sua esperienza di fronte alla macchina da presa. Con dichiarazioni a tratti bollenti e genuine rivelazioni. Ecco qui sotto i dettagli.

Supersex, la nuova serie Netflix di Borghi su Rocco Siffredi

Già il titolo è tutto un programma. Perché la serie targata Netflix, che uscirà il prossimo marzo sulla piattaforma di streaming, si chiama "Supersex", e ogni riferimento all’atto in questione non è per niente casuale. Ne ha parlato a Vanity Fair il protagonista dell’opera, Alessandro Borghi, che ha dovuto vestire i panni (complicatissimi) del pornoattore Rocco Siffredi. "Supersex è la storia di un uomo che ci mette 7 puntate e 350 minuti a dire ti amo", ha esordito Borghi. Deve "accettare che il demone che ha in corpo sia conciliabile con l’amore. Per farlo deve mettere a nudo l’unica parte di lui che non abbiamo mai visto: la sua anima".

In "Supersex" il sesso è presentissimo, ovviamente, ma viene affrontato in chiave nuova, per nulla superficiale. "Nelle serie che si concentrano sul corpo e sull’erotismo", spiega infatti Alessandro, "il sesso è di servizio, non serve al racconto. Invece in ‘Supersex’ la scena di sesso è sempre uno snodo narrativo: si arriva a quel punto e si riparte da quel punto, che può essere un momento di felicità, altre volte di dolore". L’attore non ha certo nascosto il suo rapporto complesso e personale con l’atto, perché "il sesso ha sempre avuto una valenza importantissima nella mia vita, è stata una priorità, sin da bambino ho avuto una pulsione sessuale molto forte".

Ed è forse per rispetto verso la tematica (più che verso Siffredi) che Borghi ha fatto la scelta controcorrente di non usare protesi, "lì sotto". "Mi sono sempre sentito a mio agio, il confronto ci sarà", ha ammesso, "a qualcuno farà ridere, a qualcuno interesserà. È una delle prime cose che avevo messo in conto. Sono serenissimo". Ma perché, ci si chiede, Alessandro ha voluto abbracciare una sfida del genere? Non è forse un rischio calarsi in panni così controversi? La risposta è arrivata puntuale: "Sono stati due gli elementi che mi hanno convinto. Il primo: la scrittura, molto bella, una grande occasione di andare a indagare e a raccontare la storia di un uomo. Il secondo: i social…Questa grande facilità, che vedo, nell’esprimere un giudizio da parte di tutti, sui social, mi ha fatto pensare: è bene fare inca**are qualcuno. Apriamo un dibattito…Sarebbe fantastico, per me, se a un certo punto, dopo l’uscita di Supersex, mi invitassero a fare degli incontri nelle scuole per parlare di sessualità, di emozioni". Sarebbe il segno che davvero ne è valsa la pena.


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