Il canone Rai resta nella bolletta: la conferma del Ministero

Il Ministro Giorgetti ha annunciato, tramite un comunicato, che per il 2023 non verrà effettuato nessun cambio nelle modalità di riscossione del canone.

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Fonte: Ufficio Stampa Rai

Ormai è ufficiale: anche per il 2023 il canone Rai continuerà ad essere incluso nella bolletta della luce. La decisione definitiva è arrivata da parte del Ministero dell’Economia, che ha diffuso un comunicato in cui nega in modo deciso un cambiamento di modalità nella riscossione, come invece era stato proposto dal precedente Governo.

Il canone Rai resta in bolletta

"Le voci di un’esclusione del canone Rai dalla bolletta elettrica non risultano, alla luce del lungo lavoro istruttorio in corso, fondate. La milestone Pnrr trova il suo fondamento nell’esigenza di tutela della concorrenza del mercato dell’energia elettrica e si basa sulle proposte Agcm, la quale non aveva rilevato alcuna criticità in merito al pagamento del canone Rai dal punto di vista della concorrenza del mercato dell’energia, a condizione che il pagamento fosse trasparente per gli utenti finali. Requisito che risulta soddisfatto", si legge nel comunicato, sottoscritto dal nuovo Ministro per l’Economia Giancarlo Giorgetti.

Le richieste dei sindacati

Quest’ultimo è intervenuto sulla questione dopo aver ricevuto un sollecito da parte dei sindacati Rai, che a lui hanno indirizzato una lettera firmata da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Fnc, Snater, Libersind Confsal, Adrai e Usigrai. I sindacati hanno quindi espresso la propria preoccupazione, e hanno richiesto al Ministro un incontro urgente per discutere sull’argomento. "La determina del precedente esecutivo, a seguito di una specifica deliberazione del Parlamento, ha indicato la riscossione del canone in bolletta elettrica fra gli oneri impropri la cui permanenza non sarà più consentita a far data dal primo gennaio 2023. Questa decisone, vista anche la vicinanza temporale con la scadenza del 31 dicembre 2022, oltre a provocare un clima di profonda incertezza relativamente alle modalità di finanziamento del Servizio Pubblico Radiotelevisivo, rischia di avere un impatto dirompente sul futuro stesso della Rai. Privare la più grande Azienda culturale del Paese della certezza dei finanziamenti, oltre alle evidenti ricadute in termini occupazionali che ne potrebbero derivare, avrebbe degli effetti diretti sullo stesso Ministero dell’economia, azionista della Rai.", affermano i sindacati nella propria lettera.


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