Un satellite Nasa si è perso nello Spazio e ora stanno cercando di rintracciarlo
Il nano-satellite Athena EPIC della NASA è ancora “muto”: ecco come stanno cercando di ristabilire il contatto e cosa potrebbe essere accaduto

Il 23 luglio 2025 è stato lanciato Athena EPIC (Economical Payload Integration Cost). Il lancio è avvenuto a bordo di un razzo SpaceX Falcon 9, decollato in California, dalla Vandenberg Space Force Base.
Si tratta di un prototipo di nanostellite, ideato per riuscire ad abbattere sia i costi che i tempi di integrazione delle future missioni NASA. Qualcosa però è andato tremendamente storto. Dopo circa una settimana dal decollo, infatti, non è stato emesso l’atteso beacon, ovvero il segnale radio che conferma “vita” e posizione in orbita.
Il cuore del progetto
Athena EPIC è un satellite nato in collaborazione tra NASA, NOAA, U.S. Space Force e l’azienda privata Nova Wurks. L’obiettivo era quello di sperimentare un sistema satellitare economico, capace di ospitare diversi carichi scientifici o tecnologici.
Grazie a delle componenti standardizzate, così come a un’integrazione rapida, questo “mattoncino spaziale” sarebbe in grado di accelerare lo sviluppo di costellazioni orientate all’osservazione terrestre, così come al monitoraggio meteo e, in generale, alle comunicazioni.
Problema in orbita
Al momento del rilascio, Athena EPIC doveva attivare un trasmettitore di bordo, inviando un beacon UHF/S-band durante ogni passaggio sull’Overhead Collector del centro NovaWurks a El Segundo (California).
I ricevitori invece non hanno ancora intercettato nulla. Senza il beacon, risulta difficile seguire la traiettoria del satellite e confermare che effettivamente il veicolo spaziale sia integro e in grado di alimentare i sistemi di bordo.
Strategia di recupero
Una situazione delicata, che si svolge ovviamente sotto l’occhio vigile del resto del mondo. Subito dopo l’anomalia, il Mission Operations Team si è riunito presso il NovaWurks Data Operations Center. Insieme con numerose antenne, console e monitor, si lavora per moltiplicare il più possibile i tentativi di ping.
Ecco quali sono le attività principali:
- analisi delle telemetrie satellitari – Riesame delle prime sessioni di downlink, per escludere un errore di configurazione o un malfunzionamento temporaneo del trasmettitore.
- ottimizzazione delle orbite di uplink – Regolazione della puntatura delle stazioni di terra affinché la geometria di comunicazione massimizzi la probabilità di intercettare i deboli beacon UHF.
- verifica dei subsistemi di potenza – Calcolo dei profili di scarica e ricarica delle batterie, per accertarsi che i pannelli ricevano adeguata irradiazione e alimentino regolarmente le radio di bordo.
- backup delle frequenze di emergenza – Esplorazione di canali alternativi (VHF e X-band) nel caso in cui l’hardware S-band principale risultasse guasto.
Cause possibili e conto alla rovescia
Sono svariate le ipotesi al vaglio per il destino dell’innovativo satellite, in relazione alle motivazioni del problema occorso. Si parla di un orientamento non ottimale dei pannelli solari, il che limita l’energia disponibile al trasmettitore. Al tempo stesso si valuta un’anomalia nel programma di attivazione delle radio.
Non è da escludere, però, un errore di configurazione delle frequenze durante le prime fasi post-lancio. Nel caso in cui il team dovesse ristabilire il link, il passo successivo sarebbe un test completo del carico:
- sensori ottici;
- strumenti di misura radiometrica;
- prototipo di processore in orbita.