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Ondata di caldo definita "senza precedenti" investe i paesi del nord Europa: perché preoccupa

Le regioni artiche soffrono il riscaldamento globale doppiamente rispetto al resto del mondo: perché l'ondata di caldo in nord Europa desta preoccupazione?

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Ondata di caldo in nord Europa 123RF

Un’ondata di caldo nel nord Europa sta attirando l’attenzione della comunità scientifica e dell’opinione pubblica per la sua intensità e durata eccezionali. In Scandinavia, dove normalmente l’estate si presenta mite, si sono registrate temperature record con picchi oltre i 30 °C per diversi giorni consecutivi. Questo fenomeno ha scatenato una serie di interrogativi: perché accade? E, soprattutto, quali conseguenze potrebbe avere?

Clima artico stravolto: temperature mai viste

Le stazioni meteorologiche di Norvegia, Finlandia e Svezia hanno testimoniato una delle ondate di calore più estreme mai registrate in queste regioni. In alcune località finlandesi, il termometro ha superato i 30 gradi per oltre due settimane consecutive, un evento che, secondo i climatologi, non ha precedenti” nella storia recente dei rilevamenti.

A Rovaniemi, nel cuore della Lapponia, le persone si sono riversate sulle spiagge fluviali, cercando refrigerio in un paesaggio solitamente dominato dal fresco. A Jokkmokk, nel nord della Svezia, il caldo è durato 15 giorni di fila. Anche a Haparanda, vicino al Golfo di Botnia, sono stati superati i 25 °C per più di due settimane, un’anomalia in piena regola per queste latitudini.

Cosa causa questa anomalia climatica?

Secondo gli esperti, l’emergenza caldo nei paesi nordici è legata a una combinazione di fattori meteorologici e climatici. Un campo di alta pressione persistente ha bloccato i sistemi perturbati, impedendo il ricambio d’aria. Contemporaneamente, le acque superficiali più calde del Mar di Norvegia hanno contribuito a trattenere il calore.

Ma il contesto più ampio riguarda il cambiamento climatico nel nord Europa. Le regioni artiche si stanno riscaldando a una velocità doppia rispetto alla media globale. Questo fenomeno, noto come amplificazione artica, modifica la circolazione atmosferica e aumenta la probabilità di estati roventi nei paesi nordeuropei, e non solo.

Conseguenze sull’ambiente ed sugli ecosistemi nordici

Le conseguenze delle ondate di calore artico non sono solo statistiche. Le alte temperature hanno già provocato incendi boschivi in diverse aree settentrionali, alimentati anche da tempeste e fulmini più frequenti.

Anche gli ecosistemi artici, delicati e poco abituati a questi sbalzi termici, sono sotto pressione. I pastori della Lapponia segnalano difficoltà crescenti per le renne, animali adattati al freddo, che rischiano colpi di calore. Inoltre, molte infrastrutture – costruite per climi rigidi – stanno mostrando segnali di sofferenza: si sono verificati cedimenti di binari e il malfunzionamento di edifici progettati per trattenere il calore, non per dissiparlo.

L’allarme degli scienziati: un campanello per tutta l’Europa

Mika Rantanen, climatologo dell’Istituto Meteorologico Finlandese, ha definito la situazione come un'”ondata di calore davvero senza precedenti”. Anche secondo l’Istituto Meteorologico e Idrologico Svedese, bisogna risalire a più di un secolo fa per trovare periodi altrettanto lunghi e caldi.

Per gli scienziati, ciò che preoccupa non è solo l’evento in sé, ma il fatto che fenomeni del genere potrebbero diventare più frequenti.

Perché anche noi dovremmo preoccuparci

Anche se l’ondata di caldo artico riguarda principalmente il nord Europa, le sue implicazioni sono globali. Questi eventi rappresentano un segnale chiaro del riscaldamento climatico, con ripercussioni su scala continentale: dall’agricoltura alle migrazioni animali, dalla salute umana fino alla gestione dell’energia.

Monitorare le temperature record nel nord Europa non è solo un mero esercizio meteorologico, ma un modo per comprendere quanto il cambiamento climatico stia alterando gli equilibri del pianeta.