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SCIENZA

È stata fatta una nuova scoperta importante dal Vaticano

Un nuovo studio di due cosmologi della Specola Vaticana apre a nuovi scenari, aprendo la porta a "Universi teorici" completamente nuovi.

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Nuova scoperta della Specola Vaticana iStock

Una sorprendente rivelazione arriva dalla Specola Vaticana dove due eminenti ricercatori, padre Gabriele Gionti e don Matteo Galaverni, hanno svelato un risultato che ridefinisce la nostra comprensione della gravità. La loro ricerca, pubblicata sull’autorevole European Journal of Physics, dimostra come due diverse descrizioni della gravità possano non solo essere equivalenti, ma addirittura generare scenari cosmici completamente nuovi e inesplorati.

Il nuovo studio della Specola Vaticana

Al centro di questa scoperta, pubblicata in un articolo sull’European Journal of Physics, vi è l’analisi di due distinti modi di descrivere la gravità quando è presente un campo scalare aggiuntivo – il “frame di Jordan” e il “frame di Einstein” -, la cui relazione per anni è stata oggetto di dibattito.

Padre Gabriele Gionti e don Matteo Galaverni, entrambi cosmologi della Specola Vaticana – uno degli osservatori astronomici attivi più antichi al mondo, le cui origini risalgono al 1582 e alla riforma gregoriana del calendario – hanno applicato il rigoroso formalismo ADM-hamiltoniano dimostrando che, sotto specifiche condizioni, questi due “frame” sono intrinsecamente equivalenti. Per dirlo in parole semplici, pur sembrando diversi descrivono la stessa fisica fondamentale.

Oltre a confermare questa equivalenza, però, i due cosmologi ne hanno anche dato evidenza. “Un grande punto di svolta del loro lavoro riguarda i termini di bordo, quei termini ‘ai margini’ delle superfici spazio-temporali che si considerano per ricavare le equazioni dinamiche”, si legge su Vatican News.

“Bisogna considerare bene i termini di bordo. Solo così si ottengono le equazioni di moto giuste. I precedenti risultati erano incompleti“, spiegano Gionti e Galaverni che, dunque, hanno finalmente ottenuto le equazioni complete e corrette in entrambi i “frame”.

Nuovi scenari cosmici

Lo studio ha portato anche a un altro risultato, che “emerge studiando cosa succede quando si passa da un ‘frame’ all’altro usando la trasformazione canonica. Se la trasformazione è regolare, si mantiene l’equivalenza: ogni soluzione nel ‘frame di Jordan’ corrisponde a una in quello di Einstein. Ma se la trasformazione diventa singolare allora la matematica fa il prodigio: emergono nuove soluzioni gravitazionali, come buchi neri o singolarità ‘nude’. In altre parole: la singolarità della trasformazione non solo rompe il legame tra i due “frame”, ma genera interi nuovi Universi teorici – scenari mai visti prima“, si legge ancora.

Non un mero “risultato tecnico”, ma la dimostrazione di come la “scelta del linguaggio matematico può cambiare ciò che percepiamo come realtà”, nonché un “passo fondamentale per capire meglio i buchi neri, l’inizio dell’Universo e per avvicinarci al difficile obiettivo di unificare gravità e meccanica”. In sostanza, una “rottura” matematica può aprire la porta a “Universi teorici” completamente nuovi, espandendo i confini di ciò che consideriamo possibile.