Importante scoperta del Cern sulla materia che compone l'Universo
Materia e antimateria non si comporterebbero in modo speculare creando un'asimmetria: la nuova scoperta del Cern potrebbe chiarire perché nell'Universo prevale una delle due

Una scoperta del Cern accende i riflettori su uno dei più grandi misteri della fisica moderna: perché l’Universo è composto quasi esclusivamente di materia, mentre l’antimateria sembra essere scomparsa? Un recente risultato dell’esperimento LHCb, al Large Hadron Collider, fornisce un’osservazione inedita che potrebbe avvicinarci alla risposta. Al centro dello studio ci sono particelle chiamate barioni, fondamentali nella composizione del cosmo.
Le origini dell’asimmetria cosmica
Secondo le teorie cosmologiche più accreditate, il Big Bang avrebbe generato quantità equivalenti di materia e antimateria. In condizioni normali, quando queste si incontrano, si annientano trasformandosi in pura energia. Eppure, osservando l’Universo, vediamo che tutto ciò che ci circonda – dalle galassie agli esseri umani – è fatto solo di materia.
La domanda, quindi, è cruciale: perché l’antimateria è scomparsa? Gli scienziati sospettano che, in qualche modo, le leggi della fisica abbiano favorito la materia, creando un’asimmetria nella loro evoluzione dopo il Big Bang. È in questo contesto che la scoperta del Cern sulla materia assume una rilevanza straordinaria.
LHCb e i decadimenti dei barioni
L’esperimento LHCb, uno dei progetti di punta del Cern, è stato studiato per analizzare con estrema precisione il comportamento delle particelle. In questa nuova analisi, i ricercatori hanno osservato come alcuni barioni, e le loro controparti di antibarioni, si trasformano in altre particelle più leggere attraverso il processo di decadimento.
Il team ha analizzato più di 80.000 decadimenti di barioni lambda-b, costituiti da tre quark (beauty, up e down), e ha scoperto una differenza del 5% nella frequenza di decadimento rispetto agli antibarioni. Questo piccolo ma significativo scarto rappresenta la prima osservazione diretta di una simile discrepanza in questo tipo di particelle, che costituiscono la gran parte della materia dell’Universo visibile.
Materia e antimateria: un comportamento non perfettamente speculare
Finora, la maggior parte delle osservazioni sull’asimmetria materia-antimateria aveva coinvolto altre particelle, come i mesoni o i neutrini, ma mai i barioni, che sono più direttamente collegati alla composizione della materia ordinaria.
Secondo il modello standard della fisica delle particelle, piccole differenze tra materia e antimateria sono previste. Tuttavia, queste sono troppo limitate per spiegare l’enorme predominanza della materia che osserviamo. La nuova misurazione, pur compatibile con il modello, apre la possibilità che vi siano nuove particelle fondamentali o interazioni sconosciute che ancora ci sfuggono.
Un passo verso nuove scoperte
La rilevanza della scoperta sta proprio nella precisione sperimentale raggiunta e nel fatto che riguarda le particelle più comuni nell’Universo. Le future sessioni di raccolta dati dell’LHCb permetteranno di approfondire questi fenomeni, alla ricerca di effetti che vadano oltre il modello standard.
L’obiettivo è ambizioso: identificare le cause profonde dell’asimmetria materia-antimateria e, forse, scoprire nuove particelle che ci aiutino a comprendere perché il cosmo esiste così come lo conosciamo.
Un Universo fatto (quasi) solo di materia
La composizione dell’Universo resta una delle questioni più affascinanti della scienza contemporanea. Grazie al lavoro degli scienziati del Cern e all’evoluzione degli strumenti di ricerca, stiamo finalmente iniziando a intravedere i meccanismi che hanno dato forma alla realtà. Le scoperte recenti del Cern ricordano che, anche nel mondo delle particelle subatomiche, le piccole differenze possono avere conseguenze cosmiche.