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Spotify vuole un'interfaccia vocale AI per parlare più facilmente

Spotify punta sull’intelligenza artificiale: dopo DJ AI, l’app mira a un’interfaccia vocale più interattiva. Obiettivo: conversazioni più naturali e dati più utili

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spotify smartphone r.classen / Shutterstock.com

Su Spotify è da tempo presente la funzione DJ AI: un’intelligenza artificiale che commenta le canzoni, le introduce e propone brani in base ai gusti dell’utente, con uno stile da speaker radiofonico digitale. Novità più recente è il fatto che la piattaforma musicale abbia introdotto la possibilità per gli utenti di fare richieste musicali a questo DJ artificiale, un po’ come si farebbe con un DJ in carne ed ossa. È un esempio di come Spotify stia esplorando nuove interfacce vocali che aprono le porte a diverse forme di interazione tra utenti e musica. Interazioni che, grazie ai continui sviluppi della IA, promettono di diventare ancora più naturali e conversazionali. E non è questo l’unico ambito in cui l’azienda ha intenzione di spingere sull’acceleratore dell’intelligenza artificiale.

Gli obiettivi di Spotify annunciati agli investitori

Durante la recente chiamata con gli investitori per presentare i risultati del secondo trimestre, come ha raccontato anche la stampa specializzata, Spotify ha rivelato diversi spunti interessanti riguardo al futuro dell’intelligenza artificiale all’interno del servizio.

La già citata funzione DJ AI, che è riservata agli abbonati Premium in lingua inglese, ha permesso a Spotify di raccogliere dati preziosi. Secondo Gustav Söderström, Chief Product and Technology Officer dell’azienda, ogni volta che un utente parla con Spotify fornisce nuove informazioni che vanno oltre le semplici abitudini di ascolto.

Questa particolare interfaccia vocale, infatti, consente alla piattaforma di associare determinati brani richiesti a frasi in linguaggio naturale, creando un dataset nuovo che potrebbe permettere a Spotify di migliorare ulteriormente l’interazione dell’utente con la piattaforma.

L’obiettivo è far sì che l’IA non si limiti più (solo) a rispondere a comandi semplici o a proporre musica basata su algoritmi statici: Spotify immagina invece un’interfaccia molto più “chiacchierona”, in grado di sostenere una conversazione più ricca e naturale, capace persino di “ragionare” su ciò che l’utente ha detto e ascoltato nel tempo.

Spotify punta sempre di più sull’intelligenza artificiale

Questa non è l’unica strada che Spotify sta percorrendo nel campo dell’intelligenza artificiale. Durante la stessa chiamata, sempre stando a quanto riportato dalla stampa di settore, l’azienda ha fatto sapere di utilizzare strumenti di intelligenza artificiale generativa anche dietro le quinte della piattaforma, per esempio nella progettazione rapida di nuovi prodotti e per migliorare l’efficienza di settori come quello finanziario.

Il focus principale dell’applicazione della IA, però, resta il miglioramento dell’esperienza utente. Spotify immagina un futuro in cui la piattaforma non solo suggerisce musica, podcast e audiolibri, ma comprende davvero chi è l’utente, cosa gli piace e perché.

Un passo avanti reso possibile da tecnologie AI sempre più più avanzate, che non si limiteranno a “prevedere” i gusti di una persona, ma saranno probabilmente in grado di ragionare in modo più profondo, con interazioni multi-step che arricchiranno il dialogo e renderanno unica ogni sessione di ascolto.