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SCIENZA

Perché le turbolenze sugli aerei stanno diventando più frequenti e pericolose

Collegamento tra cambiamento climatico e aumento del 55% delle turbolenze severe sul Nord Atlantico: più cumulonembi e aria irregolare in volo

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Qualcosa sta accadendo in volo: le turbolenze sono oggi molto più frequenti. Un’analisi ha confrontato i dati satellitari dal 1980 a oggi e, di fatto, le turbolenze sul tratto Nord Atlantico sono aumentate del 55%.

Non occorre gestire soltanto temporali e venti orografici ma anche, e soprattutto, la cosiddetta “clear-air-turbulence” (CAT). Vuol dire che l’aria non offre alcun indizio visivo. La turbolenza coglie di sorpresa i piloti e può generare serie difficoltà.

Tre tipi di turbolenze

Ritrovandoci a parlare di turbolenze, è bene chiarire un po’ il concetto e spiegare i dettagli delle tre tipologie:

  • turbolenza convettiva, che nasce all’interno dei cumulonembi, dove moti verticali violenti creano dei salti e cadute d’aria molto rapidi. L’aumento di temperatura comporta più umidità trattenuta dall’atmosfera, rendendo i temporali più potenti;
  • turbolenza orografica, che vede l’aria forzata intorno a catene montuose. Ciò crea vortici imprevedibili a valle, ma è spesso evitabile con una pianificazione differente delle rotte;
  • turbolenza claer air (CAT), che prevede il cambio di direzione o velocità del vento in corridoi di alta quota. Ciò senza alcuna nuvola di riferimento, il che rende questa turbolenza inavvertibile e pericolosa.

È principalmente la CAT a far aumentare i pericoli in volo. Sia i piloti che i radar meteo, infatti, non riescono a rilevarla. I passeggeri si ritrovano così scagliati contro sedili e soffitti, senza alcun preavviso.

Cosa c’entra il riscaldamento globale

Esiste un chiaro legame tra l’aumento delle turbolenze e il cambiamento climatico. È qualcosa di incontestabile ed ecco gli elementi di cui tener conto in quest’analisi:

  • l’atmosfera più calda comporta una maggiore capacità di immagazzinamento di vapore acqueo, così come cumulonembi più estesi e violenti;
  • le variazioni di velocità dei venti sono figlie anche del riscaldamento differenziale tra poli e tropici. Ciò intensifica il getto polare, infatti, provocando dei forti disallineamenti tra correnti d’aria contrapposte;
  • frequenza delle turbolenze aumentata, con proiezioni climatologiche che indicano un incremento di CAT anche in Nord Africa, Asia orientale, Medio Oriente e Pacifico settentrionale.

Stando a uno studio pubblicato nel 2014 su Science, si poteva quantificare un +12% di fulmini per ogni grado Celcius di riscaldamento globale. Una conferma dell’inasprimento dei fenomeni temporaleschi.

Come mitigare il fenomeno

Al fine di ridurre il gravoso impatto delle turbolenze, le compagnie e i progettisti di volo stanno esplorando:

  • piloti virtuali e radar doppler più sensibili, al fine di riuscire finalmente a prevedere CAT;
  • modelli atmosferici ad alta risoluzione, integrati con big data satellitari, così da ottimizzare le rotte e le quote di volo;
  • cabine plastiche e rinforzate, così come sedili dotati di sistema anti-urto. Un modo per minimizzare le lesioni in caso di eventi estremi.

La vera soluzione, però, risiede nella riduzione drastica delle emissioni. Meno CO2 e metano si traduce infatti in un atterraggio inferiore di cumulonembi, così come in un getto polare più stabile.