Lea Massari
Attrice intensa e anticonvenzionale, musa di Antonioni e Risi, si ritirò dalle scene per difendere gli animali e vivere una vita più autentica.

- Nome completo: Anna Maria Massatani
- Data di nascita: 30/06/1933
- Luogo di nascita: Roma
- Segno zodiacale: Cancro
- Nazionalità: Italia
- Professione: attrice
Biografia
Lea Massari è stata una delle attrici più intense e raffinate del cinema italiano e francese del secondo Novecento, interprete magnetica e aristocratica, capace di muoversi con naturalezza tra il cinema d’autore e gli sceneggiati televisivi. Nata a Roma il 30 giugno 1933 con il nome di Anna Maria Massatani, ha assunto il nome d’arte "Lea Massari" in memoria del suo primo grande amore, Leo, morto in un tragico incidente pochi giorni prima del loro matrimonio. Il cognome Massari è una contrazione di quello anagrafico. Il debutto cinematografico arrivò nel 1954 con il film Proibito di Mario Monicelli, accanto a Mel Ferrer e Amedeo Nazzari, ma la vera notorietà arrivò nel 1960 con L’avventura di Michelangelo Antonioni, dove interpretava la misteriosa Anna, figura enigmatica al centro di una delle pellicole più simboliche del cinema moderno. Da lì in poi, Massari fu cercata dai grandi registi italiani – da Dino Risi (Una vita difficile, 1961) a Nanni Loy (Le quattro giornate di Napoli, 1962) – e da quelli francesi, che la accolsero con grande entusiasmo. Claude Sautet, Louis Malle, Pierre Granier-Deferre, René Clément la vollero nei loro film, spesso in ruoli femminili forti, anticonvenzionali, ambigui.
Fece scalpore il suo ruolo in Soffio al cuore (1971) di Louis Malle, dove interpretava una madre che ha una relazione incestuosa con il figlio adolescente: fu denunciata per corruzione di minorenne, ma venne poi assolta. L’episodio non ne scalfì la carriera, anzi, rafforzò l’immagine di attrice libera e coraggiosa. Ricevette due Nastri d’Argento come miglior attrice non protagonista per La prima notte di quiete (1972) e Cristo si è fermato a Eboli (1978), e un David di Donatello per Una vita difficile e I sogni muoiono all’alba.
Massari fu molto attiva anche in teatro, dove fu applaudita in Il cerchio di gesso del Caucaso di Brecht e nella commedia musicale Rugantino (1962) accanto a Nino Manfredi. In TV, partecipò a diversi sceneggiati Rai di grande successo: I promessi sposi (1967), I fratelli Karamazov (1970) e soprattutto Anna Karenina (1974), che le valse l’invito a far parte della giuria del Festival di Cannes. L’ultima apparizione al cinema risale al 1990, con Viaggio d’amore di Ottavio Fabbri. Da allora, Lea Massari si è ritirata a vita privata, scegliendo la Sardegna come rifugio.
Vita privata
Massari era nata nel quartiere di Monteverde Vecchio, ma la sua infanzia si era divisa tra Prati e i Parioli "quando era ancora campagna", come raccontò una volta. Figlia di un ingegnere, da ragazza visse tra Spagna, Francia e Svizzera, seguendo il padre nei suoi spostamenti. Tornata a Roma, si iscrisse alla Facoltà di Architettura, lavorando intanto come indossatrice. Fu proprio il costumista Piero Gherardi a introdurla nel mondo del cinema, cambiandole per sempre la vita.
Il grande amore della sua giovinezza fu Leo, morto a soli 22 anni: "A 21 anni ho perso l’uomo che dopo dieci giorni doveva diventare mio marito", raccontò, "E da quel momento niente è più stato come prima". Dieci anni dopo, nel 1963, Lea si sposò con Carlo Bianchini, ex pilota e comandante Alitalia, con cui condivise più di quarant’anni di vita. La coppia non ha avuto figli. Dopo il divorzio, avvenuto nel 2004, Lea tornò a vivere a Roma. Schiva, riservata, lontana dai riflettori e dalle cronache rosa, ha sempre evitato ogni forma di divismo. Anche nei momenti di maggior popolarità, quando recitava con attori del calibro di Alain Delon, Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonté, Massari ha scelto la sobrietà: "Non ho mai avuto relazioni sui set né mi sono fatta aiutare da uomini compiacenti", dichiarò. La sua stima andava tutta a Volonté: "Il più grande attore che abbia mai incontrato". Negli ultimi decenni della sua vita si è impegnata nella causa animalista, aderendo alla Lega per l’abolizione della caccia e sostenendo diversi canili. Non mangiava carne e raccontava con dolore un episodio che l’aveva segnata: "Sparai a un cucciolo di lepre per frustrazione. Morì tra le mie braccia. Da quel giorno ho giurato di smettere con la caccia". Prima di morire, ha venduto parte dei suoi gioielli di famiglia per sostenere associazioni in difesa degli animali, scelta che rispecchia in pieno il suo stile di vita: coerente, discreto, profondamente umano. È scomparsa il 23 giugno 2025 a Roma, a 91 anni, nella sua solita ed elegante riservatezza.
1. Perché Lea Massari ha scelto questo nome d’arte?
In omaggio al suo primo amore, Leo, morto pochi giorni prima delle nozze. Il cognome Massari è una contrazione di Massatani, il suo vero cognome.
Ha mai avuto figli?
No, Lea Massari non ha avuto figli. Il suo lungo matrimonio con Carlo Bianchini, ex comandante di Alitalia, non ha portato alla nascita di bambini.
Che fine hanno fatto i suoi gioielli?
Negli ultimi anni di vita ha venduto molti dei suoi gioielli per finanziare associazioni animaliste. Una scelta coerente con il suo impegno etico.
È vero che fu denunciata per un ruolo in un film?
Sì, per Soffio al cuore (1971), in cui interpretava una madre coinvolta in un legame incestuoso col figlio. Fu denunciata per corruzione di minorenne, ma assolta.
Perché si è ritirata dal cinema così presto?
Scelse di ritirarsi nel 1990, a 57 anni, dopo il film Viaggio d’amore. Voleva vivere lontano dai riflettori, in Sardegna, e dedicarsi a una vita più autentica e silenziosa.