C'è un gas serra che ha un impatto maggiore dell'anidride carbonica sul clima
Monitoraggi e rilevamenti confermano che il metano è un gas serra altamente inquinante, in grado di influenzare il cambiamento climatico: da dove proviene?

Il tema del riscaldamento globale è spesso associato all’anidride carbonica, ma esiste un altro protagonista meno noto, ma molto più potente: il metano. Sebbene sia presente in quantità inferiori nell’atmosfera, il metano è un gas serra che ha un impatto sul clima sorprendentemente superiore, specialmente nel breve termine. Ecco perché questo elemento merita più attenzione nelle discussioni sul cambiamento climatico e quali sono le sue fonti principali.
Il potere nascosto del metano
L’effetto serra causato dal metano è un fenomeno che stupisce molti: una singola molecola di tale gas può trattenere fino a 84 volte più calore rispetto a una molecola di anidride carbonica nel giro di vent’anni. Questo parametro, noto come potenziale di riscaldamento globale del metano (GWP metano), aiuta a capire l’efficacia termica di questo gas rispetto alla CO₂.
Anche se il metano rimane nell’atmosfera per minor tempo (circa 12 anni contro i secoli dell’anidride carbonica), il suo effetto nel breve termine sul riscaldamento globale è molto più intenso. Per questo motivo, la riduzione delle emissioni di metano è considerata una delle azioni più efficaci e rapide per contrastare il surriscaldamento del pianeta.
Da dove proviene il metano?
Le fonti di metano atmosferico sono sia naturali sia legate all’attività umana. Tra quelle naturali troviamo zone umide come paludi e torbiere, dove microrganismi producono metano durante la decomposizione della materia organica. Un altro contributo importante arriva dal permafrost: lo scioglimento del suolo ghiacciato libera il metano che era rimasto intrappolato da migliaia di anni.
Tuttavia, la maggior parte del gas che si immette nell’atmosfera proviene dalle attività umane, in particolare dal settore dei combustibili fossili, dall’agricoltura e dall’allevamento. L’estrazione di gas naturale e petrolio, così come la gestione del letame e la digestione dei ruminanti, sono responsabili di una parte significativa delle emissioni.
Anche le miniere abbandonate e i pozzi non più attivi possono continuare a rilasciare metano nell’aria, aggravando ulteriormente il problema.
Perché ridurre le emissioni di metano è urgente
Il metano, pur essendo meno persistente dell’anidride carbonica, contribuisce in modo determinante al riscaldamento globale nel breve periodo. Per questo motivo, molti esperti sottolineano che la riduzione delle emissioni metano rappresenta un’opportunità per ottenere benefici climatici rapidi.
Il miglioramento delle tecnologie per il controllo emissioni metano è fondamentale. L’uso di telecamere a infrarossi, sensori e droni può identificare e risolvere rapidamente le perdite nei sistemi di estrazione e distribuzione di gas. In Europa, regolamenti recenti impongono controlli obbligatori per la riparazione delle fughe, incentivando così pratiche più sostenibili.
Il ruolo dell’agricoltura e delle abitudini alimentari
Agricoltura e allevamento rappresentano la fonte più importante di metano antropico. Gli allevamenti di bovini e altri ruminanti producono metano durante la digestione, e la gestione dei rifiuti organici ne favorisce ulteriormente la produzione. Per questo motivo, si stanno sperimentando strategie innovative come additivi alimentari per ridurre la produzione di metano da parte degli animali e tecniche di agricoltura di precisione per limitare le emissioni da coltivazioni come i campi di riso.
Cambiare le abitudini alimentari e adottare pratiche agricole più sostenibili può giocare un ruolo chiave nella lotta contro il riscaldamento globale.
Un futuro con meno metano: possibilità e sfide
Nel 2021 è nato il Global Methane Pledge, un accordo internazionale che mira a ridurre del 30% le emissioni di metano entro il 2030. Se rispettato, questo obiettivo potrebbe portare a un calo significativo dell’impatto termico del metano, accelerando il rallentamento del cambiamento climatico.
Nonostante ciò, i finanziamenti per la mitigazione del metano sono ancora insufficienti e manca un sistema globale efficace di monitoraggio. Tecnologie satellitari come MethaneSAT, anche se recentemente perse, rappresentano un passo avanti per controllare l’andamento delle emissioni su scala planetaria.
Oltre a contrastare il riscaldamento globale, ridurre il metano migliorerebbe anche la qualità dell’aria, limitando la formazione di ozono troposferico, nocivo per la salute umana.