Simone Di Pasquale: "Ballando con le Stelle? Le star lo snobbavano, ora fanno la fila. A Un Posto al Sole farò anche lo psicologo"

Libero Magazine intervista Simone Di Pasquale, lo storico maestro nella squadra di Ballando con le Stelle, pronto a entrare nel cast della storica soap di Rai3.

Ogni venerdì sera di maggio i telespettatori di Rai Uno stanno ripercorrendo i 20 anni di storia, danza e tante emozioni di Ballando con le Stelle. Una storia lunga e di successo, di cui Simone Di Pasquale ha fatto parte fin dal primo minuto e fa parte ancora oggi. Anche se ormai le scarpette le ha appese al chiodo e il suo ruolo è quello di tribuno, insieme alla collega Sara Di Vaira, ci sembra che sia proprio lui una delle persone più adatte per raccontare da dentro questi 20 anni, di cui è stato protagonista avendo avuto anche il merito di essere stato il primo maestro di ballo a credere nella proposta di Milly Carlucci e ad aprire la strada agli altri che sono venuti, e anche a quelli che verranno, visto che proprio in queste settimane, con Sognando Ballando con le Stelle, si sta cercando un nuovo maestro. In questa intervista a Simone Di Pasquale ci facciamo raccontare quindi i suoi 20 anni di Ballando con le Stelle ma anche le opportunità che gli hanno portato, come l’ultima, ghiottissima, di entrare nel cast di un altro programma storico della Rai: Un Posto al Sole.

Ecco cosa ci ha raccontato.

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Simone Di Pasquale, tra Ballando e UPAS:

Simone Di Pasquale, tu sei stato il primo dei maestri ad averci creduto e che ha aperto la strada per tutti gli altri, cosa ti convinse all’epoca a partecipare a Ballando con le Stelle?

Io all’epoca ballavo con Natalia Titova e avevamo amici e colleghi che avevano partecipato al format inglese, quindi sapevo già su per giù come funzionava e cose potevo aspettarmi, perché me lo avevano raccontato. Poi c’è da dire che io sono sempre stata una persona a cui piace sperimentare e provare cose nuove. Mi ricordo che Natalia era restia a partecipare, perché eravamo nel pieno della nostra attività agonistica, perciò io trovai un accordo con la produzione per utilizzare lo studio la mattina per fare i nostri normali allenamenti e poi il pomeriggio lavorare al programma in modo da riuscire a convincere Natalia e alla fine ce la feci.

Questa esperienza ha aiutato la tua carriera o l’ha ostacolata?

In quel momento il ballerino che veniva dalle competizioni e andava a fare Ballando con le Stelle non era per niente ben visto dall’ambiente, anzi. Però poi, negli anni successivi, molte di quelle persone che avevano criticato la mia scelta le ho poi viste fare carte false per cercare di entrare nel programma. Una cose che mi ha fatto molto sorridere. Poi c’è da dire che Ballando mi ha aperto un mondo diverso, portandomi tante altre opportunità che nel mio mondo non sarebbero arrivate. Io ho abbandonato le gare ma mi sono ritrovato, per esempio a fare delle bellissime esperienze nei musical di Massimo Romeo Piparo, che all’epoca era il capo progetto che mi venne a scovare in una sala prove della periferia romana.

Quando hai detto "sì" a Milly Carlucci ti saresti aspettato un successo lungo 20 anni?

No, assolutamente. Non immaginavo, ma poi sono 20 anni che sono volati: sono passati talmente velocemente che stento a credere che siano davvero 20. Ormai non è più solo lavoro, è parte della vita, della quotidianità. Ieri sera ero a fare una partecipazione in una trasmissione e mi ha fermato una ragazza di 24 anni che mi ha detto: "Simone ti seguiamo tanto a casa anche mia mamma, mia nonna", ormai abbiamo cambiato le generazioni, una grande soddisfazioni.

Le ballerine vip con cui sei rimasto più legato, i momenti speciali di questi 20 anni quali sono?

Innanzitutto Hoara Borselli, con cui ho riballato dopo tanti anni ed è stato veramente bellissimo e spero che sia piaciuto anche la pubblico questo momento. Nella stessa prima puntata di Sognando Ballando gli autori mi hanno fatto ballare di nuovo con Nathalie Guetta e anche quello per me è stato un passaggio importante di questi ultimi 20 anni, perché spiega bene come la danza sia anche sfida ed emozione: se con Hoara Borselli prevaleva l’aspetto agonistico, con Nathalie è prevalso l’aspetto umano, l’incontrarsi tra persone di mondi lontani, e ho avuto veramente piacere anche a ritrovare quella emozione. Un’altra esperienza molto bella per me è stata con Lucrezia Lante della Rovere con cui ho instaurato un bellissimo rapporto umano. E poi, non posso non citare l’esperienza con Lea T, figlia trans di Toninho Cerezo. quando mi affidarono lei ero molto agitato, perché non sapevo se fossi in grado di interagire con la sua personalità, avevo paura d agire o parlare in modo sbagliato, invece lei mi ha fatto scoprire un mondo, la realtà di una persona che nasce in un corpo che non sente suo, con tutta la sofferenza che c’è dietro. Poi lei è stata fortunata perché ha avuto una famiglia che l’ha appoggiata, e mi ha aperto un mondo. Poi citerei Monica Bellucci: quando è entrata lei in auditorium si è fermato tutto. Lei, nella sua semplicità è una canzone molto carismatica e forse proprio per questa semplicità che ha mantenuto.

Tornando a Lea T, secondo te nella longevità di Ballando ha contato anche il coraggio di proporre certe cose il sabato sera di Rai Uno, quando non era ancora così scontato?

Sicuramente, Milly Carlucci trova sempre modo di lanciare anche messaggi importanti e di infilarsi in nuove sfide. Ballando con le Stelle dura da così tanto perché non è solo un programma che diverte e fa sognare ma è un programma in cui si trova un modo diverso di parlare di vita, di esperienze, di situazioni che ci portano dentro vite diverse dalle nostre e che, viste da vicino riusciamo a conoscere e quindi comprendere meglio e a empatizzare con i protagonisti.

Che capitana è Milly Carlucci?

Una vera leader, energica, attenta a ogni collaboratore e a ogni dettaglio, capace di tracciare la direzione dove va la nave con grande carisma ma anche con grande gentilezza ed educazione, mai vista in un momento di stanchezza, che avrà pure, ma da vero comandante non te lo fa mai vero.

Ormai le scarpette al chiodo le hai appese da tempo, ma non ti manca un po’ la pista?

No, onestamente no: ho fatto veramente tanto, anche prima del programma. Io ho ballato l’ultima edizione da maestro di Ballando con Bianca Gascoigne, ma già da qualche anno dicevo a Milly che non mi sentivo più a mio agio, nel senso che ballettisticamente ho fatto tutto quello che potevo fare, sentivo proprio che non potevo dare nulla di più. Io dico sempre che c’è un tempo per tutti: tutti abbiamo un momento per fare delle cose per poi cambiare e farne altre. Ora per me è il momento di fare altro, lasciando la pista a tanti ragazzi bravi.

Ecco, a proposito dei giovani, Sognando Ballando è una gara per trovare il maestro ideale di Ballando con le Stelle: che caratteristiche deve avere questa figura?

Ci vuole "il fattore Ballando" e secondo me questo fattore è composto da tre caratteristiche: ci vuole intanto una grande empatia che permetta di abbracciare le emozioni delle persone che si affidano a te. Poi ci vuole carattere e carisma, perché senza non sei in grado di trascinare chi balla con te, e infine ci vuole un’educazione che ti consente di inserirti nel sistema Ballando che è un sistema fatto di tante figure diverse, quindi bisogna essere in grado di mettere un po’ da parte il proprio ego, e mettersi al servizio del programma. E per fare questo devi essere una persona molto sicura di se.

In questi 20 anni quali sono stati i cambiamenti che hanno permesso a Ballando di essere ancora oggi un programma che risulta interessante per il grande pubblico?

Il ballo di coppia innesca delle dinamiche emozionali come nessun altra attività, quindi spesso il pubblico di Ballando è un pubblico che vuole un po’ staccarsi dalla realtà per godersi un sogno e delle emozioni. Poi la musica, le messinscena. Tanti elementi, entri ogni volta in un nuovo viaggio, il mix delle storie e dello spettacolo è vincente.

Ma immagino che, come per i reality, all’inizio arrivavano concorrenti che non sapevano a cosa andavano incontro, ora si è persa un po’ di quell’effetto sorpresa, arrivano molto più preparati mentalmente a quello che li aspetta?

Beh di cambiamenti dall’inizio ce ne sono stati tanti, man mano che il programma cresceva. Negli anni passati ricordo che alcuni tipi di artisti non accettavano di fare Ballando, per esempio persone che facevano il cinema adesso invece, anche i divi più grandi fanno la fila e sono felici di partecipare. Sicuramente, rispetto ai primi anni, anche i vip sanno a che gioco vengono a giocare, ci sta. Quello che è certo è che ancora ora, quando arrivano i nuovi concorrenti, all’inizio sono tutti sereni, anche nella prospettiva di uscire, ma passata la prima puntata poi subentra l’agonismo e escono i draghi.

Il vostro rapporto di tribuni tecnici con la Giuria come è?

La Giuria è veramente una parte fondamentale di questo programma, perché crea una discussione. Io personalmente mi trovo molto d’accordo spesso, per esempio con Selvaggia Lucarelli o con Mariotto, il problema è la modalità di espressione diversa da quella che userei io, ma ci sta, fa parte del loro ruolo.

Ma da questo fatto che sei spesso d’accordo con loro si evince che non è vero che non ci capiscono niente, come vengono spesso accusati dagli haters

Certo, magari non hanno un’approfondita conoscenza tecnica, ma il corpo quando si muove parla e loro ormai riescono a sentirlo.

Ci staresti tu da quella parte, in giuria?

Mah, da una parte o dall’altra a me piacerebbe avere modo di dare sempre consigli di crescita per chi balla. E anche nei giudizi, ci deve essere per me sempre questa componente tesa alla costruzione non alla distruzione.

A parte Ballando con le Stelle, è vero che c’è una bella novità che bolle in pentola per te?

Si, ho iniziato un nuovo percorso professionale: mi vedrete a Un Posto al Sole, proprio ora stavo leggendo la parte per la prossima settimana. Farò questo ingresso, aprendo questa nuova pagina professionale che è già un’esperienza molto bella. Ho trovato un gruppo di lavoro molto coeso, non sarebbero campati trent’anni altrimenti., Diciamo che trovo anche qui una grande macchina fatta da professionisti eccellenti e che ha dato vita a un appuntamento che ormai è diventato famigliare per tantissime persone. Abbiamo iniziato a girare da 20 giorni, vado a Napoli un paio di volte a settimana a girare.

Ma ci puoi anticipare qualcosa? Quando vedremo Simone di Pasquale per la prima volta in una puntata di Un posto al sole?

La prima messa in onda sarà il 22 di giugno, e poi andremo avanti. Mi vedrete nel ruolo di un maestro di ballo che poi interagirà con tanti personaggi e proprio attraverso il ballo racconteremo delle paure, delle gelosie e dei sentimenti. Al momento la mia parte mi sembra più di uno psicologo che di un ballerino insomma.

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