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L'AI sta cambiando i motori di ricerca. Ma è una buona notizia?

I motori di ricerca con IA promettono di semplificare la vita online. Comet, il browser di Perplexity, aiuta davvero? Ecco come funziona e cosa ha rivelato il test

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disattivare completamento automatico dei browser Primakov/Shutterstock

I motori di ricerca tradizionali sono da anni la bussola per orientarsi nel vasto mondo del web. Ma qualcosa sta cambiando, e la causa è ancora una volta l’intelligenza artificiale che sta trasformando radicalmente il modo in cui accediamo alle informazioni. I classici motori di ricerca richiedono che sia l’utente a digitare una domanda, analizzare i risultati, scegliere le fonti e costruire una risposta. È un processo attivo, in cui la responsabilità finale è lasciata all’utilizzatore. Ma con l’avvento dell’IA generativa, tutto questo rischia di apparire sempre più obsoleto.

L’avvento dei motori di ricerca basati su IA

I nuovi strumenti che stanno emergendo promettono non tanto e non solo di rispondere alle domande e di fornire un elenco di link da consultare, come farebbe un tradizionale motore di ricerca, ma di completare interi compiti al posto dell’utente. 

Analizzando le intenzioni dell’utilizzatore e sintetizzando informazioni da fonti diverse, questi strumenti potrebbero compiere azioni concrete come riempire moduli, confrontare prodotti o prenotare un ristorante. I browser e motori di ricerca basati su IA si propongono insomma come veri e propri assistenti digitali capaci di andare oltre la semplice consultazione.

Uno dei più recenti e discussi è Comet, sviluppato da Perplexity AI. Altri esempi sono Gemini, integrato in Chrome da Google, o i nuovi browser in fase di sviluppo da aziende come OpenAI.

Cos’è e come funziona Comet di Perplexity AI

Comet è stato lanciato a luglio 2025 ed è attualmente accessibile solo tramite un abbonamento da 200 dollari al mese.

L’azienda lo definisce un “partner di pensiero”: è un assistente virtuale che, attraverso una barra laterale intelligente, accompagna l’utente nell’esecuzione di varie attività digitali, dalla prenotazione di un viaggio all’acquisto di un capo d’abbigliamento, fino alla candidatura per un’offerta di lavoro.

Comet si apre con il motore di ricerca AI di Perplexity e opera direttamente all’interno del browser, cercando – o almeno, questa è la promessa sulla carta – di ridurre al minimo la necessità di intervento umano. L’obiettivo è chiaro: rendere superfluo il processo di navigazione così come lo conosciamo oggi.

Comet è davvero efficace? Pro e contro degli assistenti AI

Comet funziona davvero come promette? A questa domanda ha risposto NBC News. In generale, dai test è emerso che Comet ha dimostrato di poter svolgere molte attività utili: ha aiutato a compilare candidature per offerte di lavoro, selezionato capi di abbigliamento, pianificato viaggi e prenotato una visita in palestra. Tuttavia, non tutto è filato liscio.

Spesso è stato necessario l’intervento diretto dell’utente, anche reiterato, soprattutto quando erano richiesti dati personali o azioni che, per ragioni di privacy, l’assistente IA non poteva completare autonomamente. In un test, ad esempio, Comet è riuscito a iniziare una candidatura su Indeed, ma ha chiesto all’utente di effettuare manualmente l’accesso e completare l’invio dei dati. In un altro caso, ha sostenuto di aver prenotato una visita in palestra, salvo poi rivelare che si era fermato a una pagina intermedia: solo dopo ulteriori richieste ha completato effettivamente il processo.

Un aspetto interessante emerso durante i test è la capacità di comprendere e incrociare le informazioni presenti in più schede aperte, come nel caso del confronto tra diverse palestre, dove Comet ha prodotto una tabella riepilogativa dei costi. Anche in questi casi, però, l’automazione è parziale e supervisionata.

In conclusione, Comet non sembra ancora un assistente completamente autonomo, ma rappresenta sicuramente un primo passo verso l’integrazione dell’intelligenza artificiale nella navigazione web quotidiana. Perplexity prevede tra l’altro di estenderne gradualmente l’uso attraverso un sistema a inviti, fino ad arrivare a un’apertura completamente gratuita.