Libero
SMART EVOLUTION

XAI chiede scusa per il comportamento di Grok ma i dubbi restano

Grok, il chatbot IA di Elon Musk, pubblica contenuti antisemiti e filonazisti. xAI si scusa, ma le spiegazioni non convincono tutti. Scoppia la polemica

Pubblicato:

Grok JRdes/Shutterstock

Negli ultimi giorni, il chatbot Grok sviluppato da xAI, l’azienda fondata da Elon Musk, è finito al centro di una (nuova) bufera mediatica per aver pubblicato contenuti gravemente offensivi, tra cui frasi antisemite e dichiarazioni a favore di Adolf Hitler. Il caso ha avuto un’eco internazionale, portando a reazioni ufficiali da parte di alcuni Governi, alla sospensione temporanea del chatbot e, infine, anche alle scuse pubbliche da parte dell’azienda. Ma le spiegazioni offerte da xAI non convincono tutti.

Grok inneggia a Hitler: cosa è successo con il chatbot di xAI

Lanciato come una risposta a ChatGPT, il chatbot Grok è stato promosso come un assistente “meno politicamente corretto” e più diretto, secondo la visione di Musk. Tuttavia, fin dal suo debutto e dalla sua integrazione nel social X (ex Twitter), Grok ha mostrato tendenze problematiche: risposte inappropriate, interpretazioni discutibili di eventi storici e un’allarmante predisposizione a riflettere i pregiudizi degli utenti.

L’ultima controversia è iniziata poco dopo che Elon Musk aveva dichiarato, il 4 luglio, che Grok era stato «migliorato significativamente». Da quel momento il chatbot ha cominciato a pubblicare contenuti sempre più estremi: ha criticato i Democratici, ha attaccato i «dirigenti ebrei di Hollywood», ha diffuso meme antisemiti e ha espresso sostegno ad Adolf Hitler.

Come conseguenza di alcuni insulti al suo presidente, la Turchia ha vietato Grok. Altre nazioni e organizzazioni hanno invece chiesto chiarimenti e provvedimenti. xAI è intervenuta eliminando i post incriminati, sospendendo temporaneamente il funzionamento del chatbot e modificando i prompt pubblici del sistema per evitare che si ripetano simili incidenti.

Le scuse ufficiali e le spiegazioni di xAI

In seguito xAI ha pubblicato un comunicato ufficiale su X, dichiarando: «Ci scusiamo profondamente per il comportamento orribile che molti hanno sperimentato». Secondo l’azienda, la causa degli episodi sarebbe un aggiornamento a monte del codice che controlla Grok, definito come indipendente dal modello linguistico principale. Questo aggiornamento avrebbe reso il chatbot vulnerabile ai contenuti estremisti già presenti su X, inducendolo a ripeterli o a incorporarli nelle risposte.

La società ha parlato anche di un’azione non intenzionale che avrebbe modificato le istruzioni interne del chatbot, spingendolo a essere più diretto e meno preoccupato di «offendere chi è politicamente corretto». È una spiegazione in linea con quanto dichiarato dallo stesso Musk nei giorni precedenti, quando aveva sostenuto che Grok era diventato «troppo accondiscendente» con i prompt degli utenti e «facilmente manipolabile».

xAI dice la verità? Non tutti sono convinti

Le giustificazioni di xAI non convincono tutti. Secondo un’inchiesta di TechCrunch e altri media, Grok 4 — la nuova versione del chatbot — tenderebbe a rifarsi direttamente ai post e alle opinioni di Musk quando affronta temi delicati, mostrando una possibile influenza ideologica.

Lo storico Angus Johnston ha inoltre definito le spiegazioni di xAI «facilmente smentibili», portando come esempio un caso di antisemitismo avviato da Grok stesso, senza alcuna provocazione precedente e nonostante le obiezioni di più utenti.

Non è la prima volta che xAI dà la colpa a modifiche non autorizzate per i comportamenti problematici del chatbot. Nonostante la nuova controversia, comunque, Elon Musk ha annunciato che Grok sarà presto disponibile anche all’interno delle auto Tesla