Report, tutti contro Sigfrido Ranucci e scoppia la bufera in Rai, cosa è successo
Le parole di Sigfrido Ranucci contro l’accordo Rai-sindacati e le testate regionali scatenano la reazione di direttori, precari e Usigrai. Pacchetti: “Macigni senza riscontri".
Il clima in Rai si fa incandescente dopo le dichiarazioni di Sigfrido Ranucci, storico conduttore di Report, che ha attaccato duramente l’accordo siglato tra l’azienda, i sindacati e Unirai per la stabilizzazione di circa 200 giornalisti a Partita Iva. Un’intesa che, secondo il giornalista, "svuota programmi che hanno fatto la storia del servizio pubblico" e mette a rischio l’informazione d’inchiesta. La sua denuncia ha però scatenato una reazione a catena che ha coinvolto dirigenti, colleghi e rappresentanze sindacali, dando il via a uno scontro senza precedenti all’interno della tv pubblica.
L’attacco di Sigfrido Ranucci: "Nei Tgr impossibile fare inchieste"
Tutto è cominciato con l’intervento di Ranucci alla manifestazione dei giornalisti Rai contro il nuovo assetto previsto dall’accordo, che prevede lo spostamento di numerosi professionisti dalle trasmissioni nazionali alle sedi regionali. Il conduttore ha espresso solidarietà ai colleghi, ma ha contestato con forza la logica dell’intesa:
"Si svuotano redazioni su cui la Rai ha investito negli anni, violando il contratto di servizio che tutela il giornalismo d’inchiesta", ha detto. Poi l’affondo inaspettato sulle sedi regionali della Tgr: "Ricevo quotidianamente telefonate da colleghi che vogliono venire a Report perché nelle sedi locali non hanno spazio per fare inchieste. Vengono ostacolati dal politico di turno, dall’imprenditore o persino da criminali. A volte sono la stessa persona". Parole durissime che non sono passate inosservate.
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Entra nel canale WhatsAppLa replica di Pacchetti: "Macigni senza riscontri"
Il neo direttore della Tgr, Roberto Pacchetti, ha risposto con toni altrettanto netti: "Sono parole gravissime, prive di riscontri, che colpiscono centinaia di colleghe e colleghi e danneggiano l’intero giornalismo, non solo quello regionale. Invito Ranucci a seguire meglio i nostri Tg e le nostre rubriche".
Pacchetti ha elencato alcune delle inchieste condotte dalle redazioni locali negli ultimi anni – dalle infiltrazioni della ’ndrangheta alla sanità, dai fondi europei ai rifiuti – rivendicando il valore giornalistico dei Tgr come parte integrante del contratto di servizio con lo Stato.
Il fronte del dissenso si allarga: sindacato, precari e delegati Rai contro Ranucci
Ma lo scontro non si è limitato a un botta e risposta tra colleghi. Il malcontento per le dichiarazioni del conduttore di Report ha coinvolto anche l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, che ha espresso "forte irritazione" per quello che considera un attacco ingiustificato a un’intesa che punta alla stabilizzazione di decine di lavoratori precari.
Una fonte interna ha chiarito che l’accordo non comporta "deportazioni", ma rappresenta un’opportunità concreta: "Chi non accetta l’assegnazione rischia di restare a Partita Iva e rinunciare alla regolarizzazione. Se salta tutto, come lo spieghiamo ai 700 colleghi delle redazioni regionali che aspettano sostituti per ferie e trasferimenti?". Anche alcuni parlamentari sarebbero intervenuti informalmente, manifestando preoccupazione per i toni usati da Ranucci. Intanto, il telefono del giornalista sarebbe stato preso d’assalto da colleghi inferociti, audio infuocati e messaggi al vetriolo nei gruppi interni Rai. Un delegato Unirai ha commentato con sarcasmo: "È la prova che Ranucci non guarda nemmeno i programmi della rete per cui lavora".
Il futuro di Report e Sigfrido Ranucci su Rai 3
Il caso Ranucci rischia di diventare emblematico del fragile equilibrio tra le esigenze di riforma interna della Rai – anche in un’ottica di regolarizzazione del lavoro – e la tutela della libertà editoriale, soprattutto per chi lavora nei programmi d’inchiesta. Lo scontro in atto dimostra quanto la tensione tra centro e periferia, tra produzione nazionale e sedi regionali, sia diventata un nodo politico oltre che sindacale.
Intanto, Report è stato riconfermato nel palinsesto di Rai 3 della prossima stagione, insieme ad altre trasmissioni d’inchiesta come Chi l’ha visto? di Federica Sciarelli, Lo Stato delle cose di Massimo Giletti e Far West di Salvo Sottile e Presa diretta Riccardo Iacona. Nonostante le polemiche e i diversi nemici che si è fatto in Rai nel corso degli anni, il conduttore resta una punta di diamante della terza rete e gli ascolti di Report sono sempre ottimi, nonostante il cambio di giorno di messa in onda avvenuto lo scorso anno. Dopo l’addio di Fabio Fazio (volato al Nove), infatti, Rai 3 ha spostato Report dal lunedì alla domenica sera, una serata televisiva a dir poco competitiva. Il trasloco però non ha affossato Ranucci che ha mantenuto una quota di share più che soddisfacente, rivaleggiando quasi alla pari con Che tempo che fa di Fabio Fazio.