Quarta Repubblica, caos e scontri su Garlasco. L'avvocato di Alberto Stasi 'sbotta': "Grande illusionista"
Nella puntata del 14 luglio, non mancano scontri tra De Rensis, avvocato di Alberto Stasi, e Massimo Lugli, ma nemmeno ironia con Nicola Porro: cosa è successo
Nell’ultima puntata di Quarta Repubblica, condotta da Nicola Porro in prima serata su Rete 4 lunedì 14 luglio 2025, tanti gli ospiti in studio, ma a far discutere è soprattutto lo scontro tra Massimo Lugli e l’avvocato di Alberto Stasi, Antonio De Rensis. Un appuntamento decisamente infuocato, dove non mancano ironia e schiettezza. Ecco cosa è successo nella puntata del 14 luglio di Quarta Repubblica, dove si parla anche dei dazi di Trump e del caso Bayesian.
Quarta Repubblica, puntata 14 luglio 2025: cosa è successo
Nicola Porro comincia la puntata parlando dei dazi di Trump ancora prima di presentare gli ospiti in studio: si parla dell’esportazione dei prodotti e di percentuali sulle perdite, sottolineando che l’aumento dei prezzi riguarderebbe tutto il mondo e non solo in Italia: "Il rischio è che le imprese italiane, tedesche e francesi si spostino dagli Stati Uniti, un obiettivo di Trump che però richiede tempo". Il vero obiettivo, stando a quanto dichiarato in diretta dall’economista Carlo Cottarelli, sarebbe far crescere il settore manifatturiero americano che al momento vale la metà di quello cinese. Alessandro Sallusti dice: "Se quella lettera di Trump dovesse essere presa alla lettera, l’Europa dovrebbe fare uno scatto di orgoglio e mandare l’America a quel paese….". Poi fa l’esempio di Mike Tyson, dicendo che a nessuno converrebbe dargli un pugno per un insulto, essendo un ‘armadio di 2 metri‘, e aggiunge: "Cosa voglio dire? L’Europa non è più il centro del mondo da tanto tempo, se non nel suo ancoraggio a valori di democrazia e libertà poco altro. Io spero che a nessuno venga in mente di fare a pugni con l’America, anche perché il pugile americano, Donald Trump, è uno che è a tempo. Il problema è grave ma non tombale, l’Europa non dovrà combattere tutta la vita contro gli Stati Uniti. Penso che la linea migliore sia non dire pazzie fino al primo agosto, bisogna aspettare la decisione finale".
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Entra nel canale WhatsAppSimona Bonafè non è d’accordo: "Qui non si sta parlando di combattere contro l’America, ma di essere messi da parte. Trump non è uno che rispetta le amicizie ed è su questo che la Meloni ha voluto giocare, della serie ‘calmi, non disturbiamo, ci sono io che, per affinità ideologiche, posso garantire per l’Europa e provare a portare una situazione di no-dazio’. A lui interessano i rapporti di forza. L’UE non è in una posizione contrattuale forte". Sallusti ribatte: "Il presupposto sbagliato è che Giorgia Meloni avrebbe detto ‘tranquilla Europa, ci penso io perché Trump è un mio amichetto’. Se lei mi dice quando e dove lo ha detto, le do ragione. Ma siccome non l’ha mai detto, perché la Meloni è realista e sa benissimo che non può mettere Trump con le spalle al muro. Non ha mai detto niente perché è saggia. Come dovrebbe dire? Se dovesse parlare, dovrebbe dire il pensiero di tutti gli italiani e dire ‘Trump è un bastar*o’". Sempre parlando di dazi, non manca un commenta sull’iva: "Noi che abbiamo l’iva al 22% andiamo a spiegare all’America i dazi al 10%? Siamo un Paese che mette i dazi sui suoi prodotti a quelli che abitano di fronte… ma di cosa stiamo parlando?". La puntata prosegue con Nicola Porro che chiede a Paolo Mieli "Che autunno avremo?" e lui risponde citando Andrea Giambruno, l’ex della premier che presto tornerà in TV: "Avremo un autunno in cui finiremo a parlare di Giambruno, se ha una comp…". Porro lo ferma: "No, lasciamo perdere".
Quarta Repubblica, il caso Bayesian e i ‘complotti’: Porro incredulo
Poi si passa a parlare del caso Bayesian, momento in cui vengono mostrate in diretta le testimonianze dei sopravvissuti la notte dell’affondamento. Dopo aver visto una ricostruzione realizzata con l’AI sulla base delle testimonianze, comincia il dibattito in studio. A colpire è che l’imbarcazione sia affondata molto velocemente, in pochi minuti secondo quanto emerso. Ma cosa è accaduto prima? Hoara Borselli dice: "Nessuno è stato avvisato, è un elemento determinante perché succede mentre una barca si sta inclinando". Quella notte, lo ricordiamo, non sono partiti gli allarmi e il conduttore si chiede il motivo, ma la verità non è data saperla. Secondo le dichiarazioni in studio, il Comandante non avrebbe fatto nessuna "preparazione alla barca" per affrontare un cambiamento atmosferico ("C’era la chiglia tirata su, fosse stata giù, lo sbandamento sarebbe stato minore"): "Questo è un po’ inspiegabile, credo che neanche un ragazzino farebbe questo errore", e poi viene aggiunto: "C’è stata molta superficialità da parte del comandante, bisogna vedere se dormiva o se c’era. La prima cosa da fare è accendere i motori e poi svegliare le persone. Il comandante di solito è l’ultimo che lascia la nave, così si dice. Mi ricorda Schettino: mi sembra di capire che anche lui ha preso una scialuppa e se n’è andato lasciando i passeggeri lì".
Dopo aver parlato della catena della nave, Nicola Porro dice all’ospite in studio, un Capitano chiamato a commentare le gesta del collega: "Voglio farle una domanda tremenda: ma se io voglio mettere una barca scientificamente nella condizione di avere problemi, faccio esattamente queste cose? Dico in generale, è una domanda tecnica", e l’ospite risponde: "Di sicuro posso creare un problema". Non manca la testimonianza del Capitano della nave, che dice che c’è stato un tornado pazzesco e che il fondale era di 25 metri e lo yacht di 56 metri: "Può affondare solo in verticale" ironizzano in studio. Poi la testimonianza del macchinista che dice di non aver acceso i motori e che la barca era a 90° quando c’è stato il blackout, ma in realtà non è così secondo il tribunale: "Ha detto una bugia. Poi dice che i motori non si possono accendere da sotto e non è vero" afferma Nicola Porro. Hoara Borselli commenta: "Sono stati chiusi una settimana vicini, a stretto contatto, nello stesso albergo, il tempo necessario per decidere una strategia lineare e dire la stessa cosa". "Se sei a bordo, accendi i motori. Se il Capitano non era bordo, non stavano molto bene di testa, perché io non credo all’incompetenza fino a questo punto" sbotta Nicola Porro dopo aver ribadito tutti gli errori che sono stati commessi e le dichiarazioni che non coincidono.
A Quarta Repubblica il caso Garlasco: scontro tra De Rensis e Lugli
Infine, il caso di Garlasco. Dopo 18 anni, emerge un nuovo Dna trovato nella bocca di Chiara Poggi. E’ arrivata la conferma che esiste un Dna maschile di un ignoto, ma il perito ha escluso che sia riconducibile a Stasi o Sempio, tra gli altri. Bisogna ancora escludere una contaminazione. De Rensis, avvocato di Alberto Stasi, commenta: "E’ importante in senso generale il Dna, perché è prova di un’indagine molto lacunosa. Se si esclude una contaminazione, la Procura andrà alla ricerca di quella persona". Subito dopo Massimo Lugli dice che la nuova indagine "è fatta a mezzo stampa, per visibilità", ma De Rensis non ci sta e ironizza: "Perché invece quella su Alberto Stasi è stata fatta nel silenzio dei media…". Zanella interviene contro Lugli: "Dire che su Sempio non c’è nulla… ci sono elementi indiziari, come il Dna sulle unghie di Chiara". Secondo De Rensis, c’entrano più persone. A questo punto il dibattito tra Lugli e l’avvocato si inasprisce, col primo che dice che Stasi avrebbe un movente, essendo all’epoca il fidanzato di Chiara ("E’ successo qualcosa, perché prima porta il cane, poi torna e poi se ne va a casa a guardare un porno"), e De Rensis che dichiara: "Sta dicendo un’inesattezza, uso questo termine perché la rispetto. Lei sta parlando ai telespettatori di fantascienza! Due volte sole a dormito lì, perché Chiara dormiva nel letto singolo per rispetto dei genitori. Non ha guardato nessun porno, questo riguarda la sua immaginazione, che è quella che vede un movente che non esiste".
Dopo aver ascoltato le parole di Lugli, De Rensis aggiunge: "Io entro un po’ in difficoltà perché in pochi minuti sento delle argomentazioni precisissime del professore incalzato dalle sue domande e poi il Dottor Lugli fa dei romanzi: Stasi che guarda le foto, che litiga la sera… Oggi ho sentito dire che Chiara avrebbe potuto con i denti strappare l’etichetta da un vestito nuovo toccato da più persone ed essere venuta a contatto con una persona. Il negazionismo puro… se un giorno io confesserò un omicidio, si dirà che sono stato drogato o torturato. Nella scena del crimine ci sono tanti Dna tranne quello di Stasi, che però è da 10 anni in galera". Lugli sostiene che si stanno alimentando voci e dicendo calunnie sul caso e l’avvocato commenta: "Sa cosa manca alle rivisitazioni, non quelle che fate voi giornalisti e conduttori… a chi ha partecipato alle indagini del 2007, per esempio Cassese, manca l’umiltà, io vorrei sentire dire ‘ho sbagliato a fare questo o quello’. Invece c’è tanta severità nei confronti di chi indaga oggi". Poi si scontra ancora una volta con Lugli: "Se non fosse stato un grande giornalista, sarebbe stato il più grande illusionista del mondo". E ancora: "In nome del suo oscurantismo bizantino, lasciamo marcire in galera Alberto Stasi, blocchiamo l’indagine e festeggiamo le decine di errori della prima. Così tutti saremo felici… non è il mondo mio! Lei questa sera mi ha allenato, perché rimanere paziente dopo aver sentito questa roba… sono stato bravo".