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SCIENZA

Scoperta in Belize la tomba di un sovrano Maya, ci sono dentro degli indizi

Scoperta a Caracol la tomba di Te K’ab Chaak, il primo re dei Maya, con ricchi corredi e indizi di rapporti diplomatici con Teotihuacan

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Il sito archeologico di Caracol, in Belize, è soggetto alle attenzioni degli esperti da ormai più di 40 anni. Non ha però ancora terminato la sua offerta di sorprese, a quanto pare. Dopo tutto questo tempo, infatti, è stata scoperta la tomba di Te K’ab Chaak, primo sovrano e fondatore della dinastia reale.

Considerando come questi regnò dal 331 d.C., si tratta di un segreto millenario. Al sovrano si deve la totale trasformazione di Caracol, divenuta grazie al suo operato una potenza regionale. È il primo ritrovamento di un sovrano identificabile in quattro decenni. Qualcosa che può arricchire enormemente la nostra comprensione delle reti diplomatiche dell’antica civiltà Maya, così come dei riti funebri.

Il tesoro di Te K’ab Chaak

Il sepolcro è sito alla base del santuario familiare e conteneva un corredo rituale decisamente ricco:

  • 11 vasi realizzati in ceramica, decorati con scene di sovrani intenti a ricevere offerte divine, così come di prigionieri legati;
  • tubi in osso, intagliati finemente, così come gioielli in giadeite, tra i quali spicca una maschera funeraria a mosaico;
  • conchiglie di spondylus del Pacifico, che erano simbolo di status e commerci a lunga distanza;
  • coperchi modellati con teste di coatimundi, un animale totemico che appariva nei nomi successivi dei sovrani di Caracol.

È stata ovviamente effettuata un’analisi antropometrica su Te K’ab Chaak, il che ha permesso di ottenere informazioni preziose sul suo conto: era un anziano di circa 1,70 m, mancante di denti residui. La datazione lo colloca intorno al 350 d.C., fase cruciale del primo contatto con Teotihuacan.

Connessioni Maya-Teotihuacan

Lo studio effettuato mostra come la tomba di Te K’ab Chaak precede di una generazione l’arrivo dei Teotihuacani. Uno sguardo d’insieme, però, ci porta a considerare due tombe ben note, rinvenute nel 2010 e nel 2009, una di cremazione e l’altra femminile. Sono inquadrate tra artefatti tipici messicani, come lame di ossidiana verde da Pachuca, punte di atlatl e coltelli cerimoniali. Ciò a evidenziare una penetrazione molto rapida di simboli e rituali centrali messicani.

L’atlat inciso era l’arma da guerra tipica di Teotihuacan. Ciò, insieme a una disposizione funeraria in un’area residenziale, suggerisce non soltanto l’avvio di contatti culturali ma anche la presenza di ambasciatori maya che avrebbero vissuto nella città messicana, facendo poi ritorno con delle pratiche rituali.

Una scoperta che, da sola, modifica i modelli di diffusione dell’influenza Teotihuacana nel bacino dei Maya. Ecco le conclusioni tratte:

  • i primi re Maya, come Te K’ab Chaak, intraprendevano delle missioni ufficiali a Teotihuacan;
  • venivano utilizzate bare cerimoniali e tecniche di cremazione differenti rispetto ai rituali Maya tradizionali;
  • erano adottati simboli esterni, che legittimavano il potere dei sovrani alle origini delle casate regnanti.

Si ha dunque conferma di una rete pan-mesoamericana molto più articolata e precoce di quanto la storiografia avesse ipotizzato. Il lavoro intanto prosegue, con il restauro della maschera in giadeite e le indagini di Dna antico e degli isotopi stabili sui resti scheletrici. Il tutto sarà presentato ad agosto 2025, nel corso della conferenza sul rapporto Maya-Teotihuacan, presso il Santa Fe Institute.