"Chi l'ha visto", caso Garlasco: spunta una traccia di sangue sulla cornetta del telefono. Chiara Poggi ha cercato aiuto prima di essere uccisa?

Nella puntata del 18 giugno, tanti i casi trattati: da Garlasco all'omicidio di Villa Pamphili.

Nella puntata di Chi l’ha visto di mercoledì 18 giugno, Federica Sciarelli è tornata ad occuparsi dei casi di cronaca del momento. La squadra, capitanata dalla conduttrice, ha riportato all’attenzione del pubblico alcune tra le vicende attualmente più seguite dagli italiani. Come da tradizione, non sono mancate le riprese di casi già trattati in precedenza, episodi rimasti irrisolti anche dopo anni e che continuano a cercare risposte. Immancabile anche l’approfondimento sui casi di persone scomparse, elemento distintivo che ha contribuito al grande successo del longevo programma in onda su Rai Tre. Vediamo nel dettaglio quali argomenti sono stati affrontati.

"Chi l’ha visto", puntata 18 giugno: cosa è successo, il giallo di Garlasco

La puntata di Chi l’ha visto? andata in onda mercoledì 18 giugno ha nuovamente acceso i riflettori sul delitto di Garlasco. Proprio il giorno precedente sono iniziati gli accertamenti previsti nell’ambito dell’incidente probatorio legato alla nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi. Durante le prime analisi tecniche, è stato confermato che, sulle impronte finora esaminate, non sono emersi segni di sangue. I periti incaricati dal giudice per le indagini preliminari di Pavia, Daniela Garlaschelli, affiancati dai consulenti di parte, hanno valutato 18 delle 30 strisce contenenti le tracce rilevate sulla scena, compresa la numero 10, trovata all’interno della porta d’ingresso della casa di via Pascoli, senza rilevare elementi ematici.

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Le operazioni riprenderanno giovedì 19 giugno, quando sarà utilizzato l’Obti test, una metodologia altamente affidabile per accertare la presenza di sangue umano, anche sulle impronte rimaste da esaminare. Nello stesso giorno si procederà anche all’analisi dei rifiuti rinvenuti nella villetta teatro del delitto, conservati da ben 18 anni.

Nel corso della trasmissione, l’avvocato di Andrea Sempio, Massimo Lovati, ha espresso forte contrarietà all’esame dei materiali contenuti nei sacchi della spazzatura: "Riteniamo assurdo che dei rifiuti siano stati conservati per quasi due decenni. Ci opporremo a questa procedura", ha dichiarato. In studio, una genetista, interpellata dalla conduttrice Federica Sciarelli, ha chiarito che attualmente sarebbe più probabile risalire a impronte digitali, ad esempio su una buccia di banana presente tra i resti, piuttosto che a profili genetici, ormai degradati con il tempo. In una precedente intervista, Sempio aveva comunque ribadito di essere sereno: "Non ho mangiato il Fruttolo quella mattina, possono verificare quanto vogliono".

Gli inquirenti stanno vagliando l’ipotesi che il contesto del crimine sia stato più complesso di quanto inizialmente ipotizzato e che, quella mattina, Chiara Poggi possa aver fatto colazione in compagnia di più persone. Forse stava per dire qualcosa che non avrebbe dovuto? Si indaga quindi sulla possibilità che non fosse sola con il suo assassino, ma che ci fossero almeno due individui coinvolti. Un elemento ritenuto cruciale è il telefono fisso di casa Poggi: nel suo alloggiamento è stata rinvenuta una traccia di sangue considerata chiave per le indagini. Quando i carabinieri arrivarono, la cornetta risultava riagganciata. Gli investigatori ipotizzano che Chiara, dopo aver avuto un dialogo con chi l’avrebbe poi aggredita, sia stata colpita e trascinata verso le scale. Avrebbe cercato di reagire, afferrando il telefono per chiedere aiuto, ma in quel momento sarebbe stata colpita nuovamente, con violenza, nel tentativo estremo di salvarsi.

Il caso di Villa Pamphili: le testimonianze

Francis Kaufmann, cittadino statunitense che si faceva chiamare Rexal Ford, si trova da cinque giorni detenuto in una prigione greca. L’uomo è stato arrestato venerdì sull’isola di Skiathos, dove era atterrato due giorni prima con un volo in arrivo da Roma. Su di lui pendono gravi accuse: l’omicidio di una neonata di circa sei mesi – che afferma essere sua figlia – e il presunto occultamento del cadavere della madre della piccola, una donna sui trent’anni. La sua identità non è ancora stata chiarita: in passato si era presentata come Stella Ford, compagna di Kaufmann.

I corpi della donna e della bambina sono stati trovati il 7 giugno a Villa Pamphili, uno dei parchi più frequentati di Roma. Da quel momento le autorità italiane hanno avviato indagini per ricostruire quanto accaduto e fare luce sulla vicenda. Durante la trasmissione è stato mostrato un filmato con diverse testimonianze di persone che, nei giorni precedenti alla tragedia, avevano notato la coppia con la neonata e avevano anche allertato le forze dell’ordine.

Uno dei testimoni ha raccontato: "L’ho visto comportarsi in modo aggressivo con una signora all’interno di un locale: le ha intimato di non guardare la bambina. Subito dopo si è seduto accanto alla compagna e ha cominciato a insultarla pesantemente, chiamandola ‘troia’. Lei rimaneva in silenzio. Sembrava spenta, assente. Mi ha fatto molta pena". Un’altra testimone ha riferito di aver saputo da alcuni residenti della zona che l’uomo era stato visto dare del vino alla piccola: "L’ho segnalato, era una cosa seria. Penso si potesse intervenire prima".

Un ruolo significativo nella ricostruzione degli eventi è quello di Federico Carro, scrittore fantasy originario di La Spezia, che per diversi mesi ha mantenuto contatti con Kaufmann. In diretta ha raccontato: "Mi aveva presentato la bambina come Sara. La compagna, invece, era molto chiusa e poco comunicativa, non ricordo neppure il nome. Abbiamo continuato a scriverci su WhatsApp fino al 5 giugno, quando mi ha detto che lei era tornata dal suo ex e gli aveva lasciato la figlia. Mi è sembrata una frase molto strana". Poi, il 10 giugno, Carro riceve un’altra comunicazione via email: "Mi scrisse che era tornato nel Regno Unito e che tutto andava bene".

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