ULTIME NOTIZIE 19 GENNAIO 2024

Diabete, a Firenze il primo road show di Motore Sanità

Firenze, 20 lug. (askanews) - Si è tenuto a Firenze, nell'auditorium del Consiglio regionale della Toscana, il primo road show dedicato alla pandemia Diabete di tipo 2: dai modelli organizzativi alle criticità gestionali, alle nuove opportunità di cura. L'evento è stato promosso da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Menarini. È necessario favorire, da quanto è emerso, l'autogestione di controllo dei pazienti, garantendo loro l'accesso a farmaci innovativi che incidono sulla glicemia e sulle complicanze del diabete, a partire da quelle legate al cuore.

Graziano Di Cianni, Presidente Associazione Medici Diabetologi: "Abbiamo fatto un quadro completo, importante del diabete in Italia, ma direi soprattutto in Toscana. Dobbiamo sfruttare il patrimonio in Toscana, che non è poco, dal punto di vista culturale, organizzativo, di servizi che vengono offerti. Dobbiamo guardare avanti, garantendo l'innovazione per il paziente diabetico sia dal punto di vista dei farmaci che dei presidi, e garantendo quella che è la medicina di prossimità. Dobbiamo curare il paziente vicino casa, non necessariamente in ospedale, se non per casi urgenti, integrando tutte le figure sia il medico di medicina generale, il diabetologo e tutti gli altri specialisti che concorrono alla cura del diabete.

Il presidente della Regione , Eugenio Giani, ha rivendicato l'efficacia del modello toscano, ma al tempo stesso ritiene insufficienti le risorse messe a disposizione per la sanità dal fondo nazionale.

Eugenio Giani presidente della Regione Toscana: "Noi abbiamo oggi ogni anno la necessità di portare il bilancio della Regione a sacrificare in modo formale e di risorse proprie 237 milioni, ma in modo sostanziale, con altre fonti che arrivano indirettamente dallo Stato, 400 milioni che vanno a coprire la sanità quando dovrebbero far parte del bilancio ordinario".

Per quanto riguarda il diabete, l'obiettivo individuato da Motore Sanità è di garantire l'equità della cura indipendentemente dal reddito e dalla zona di residenza, investendo sul territorio e sulla rete dei servizi.

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