Imola, 31 gen. (askanews) - Si chiamano "DanteSat", "Futura-SM1" e "Futura-SM3" i 3 nanosatelliti italiani realizzati dalla NPC Spacemind di Imola (Bo) appena diventati operativi in orbita grazie alla collaborazione con Nasa e SpaceX; i dati telemetrici ricevuti, dimostrano che stanno funzionando in maniera nominale.
Dopo il lancio dagli Stati Uniti con un razzo Falcon 9 di SpaceX, i due Futura, in particolare, sono stati rilasciati nello Spazio tramite il nuovo deployer "SMPod" di Spacemind e, anche in questo caso, tutto è andato secondo le attese.
I nanosatelliti hanno lo scopo di testare alcune apparecchiature di bordo, tra cui la nuova vela spaziale "Artica" di maggiori dimensioni, utizzata per il deorbiting dei satelliti a fine missione. Un test di successo e molto importante per l'azienda italiana, come ha confermato ad askanews Nicolò Benini, marketing manager di NPC Spacemind.
"Afferma la validità dei sistemi e sottosistemi per le piattaforme cubeSat - ha spiegato - che abbiamo realizzato contribuendo a un ambiente spaziale sostenibile e libero dai detriti"
Il DanteSat, invece, è stato rilasciato dalla Stazione Spaziale Internazionale. Costruito per celebrare i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, sulla sua struttura metallica porta incisa la "Divina Commedia" e la sua radio di bordo trasmette a terra i primi versi dell opera.
Grazie a queste prove operative, l'azienda italiana che è anche partner dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) per la missione PiCo-IoT (Picosatellite Constellation for Internet of Things Data Retrieval), si candida a ricoprire nella cosiddetta New Space economy un ruolo molto importante.
"Quello del fornitore di missioni spaziali e piattaforme CubeSat complete - ha concluso Benini - con sottosistemi proprietari e sistemi di rilascio per nanosatelliti per tutti gli operatori di servizi di logistica spaziale".