Roma, 20 dic. (askanews) - Dopo lunghe trattative l'Europa ha raggiunto l'accordo sul Patto migranti e asilo. Il Parlamento Ue e il Consiglio hanno trovato l'intesa su cinque regolamenti chiave che stabiliscono come condividere la gestione dei flussi d'asilo e migrazione tra gli Stati membri e cosa fare nel caso in cui scoppi una improvvisa crisi migratoria in uno dei paesi.
Per la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si tratta di un "accordo storico". La riforma prevede, tra le altre cose, l'accelerazione dei controlli all'ingresso, nuove procedure di identificazione, l'introduzione della raccolta delle impronte digitali e il riconoscimento facciale dai 6 anni di età e la possibilità di istituire centri di attesa nelle zone di frontiera, oltre a un meccanismo obbligatorio di solidarietà tra i paesi membri a beneficio degli Stati sotto pressione. Inoltre, si prevede l'accelerazione dell'espulsione dal Paese di coloro che hanno ricevuto una domanda di asilo negativa e una procedura comune per concedere e revocare la protezione internazionale. "È un giorno storico" ha commentato la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola: "L'Europa adesso avrà un quadro legislativo solido e uguale in tutti gli Stati membri, che funziona e che protegge, un approccio che è umano ed equo con coloro che cercano protezione ma fermo con coloro che non ne hanno diritto e "forte con coloro che sfruttano i più vulnerabili".
Alla soddisfazione istituzionale rispondono le critiche delle associazioni per la tutela dei migranti. Secondo Amnesty International, l'accordo farà tornare indietro la legge sul diritto d'asilo in Europa di decine di anni e provocherà un aumento delle sofferenze dei richiedenti asilo ad ogni passo; dal modo in cui sono trattati nei paesi di confine, alla probabile detenzione alla frontiera, all'accesso all'asilo, fino all'integrazione per chi entra; questo accordo secondo Amnesty è progettato per rendere la vita di chi migra ancora più difficile.
"L'approvazione del Patto è un grande successo per l'Europa e per l'Italia - ha dichiarato invece il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi - abbiamo agito con l'obiettivo di dotare l'Europa di strumenti più efficaci per superare il regolamento di Dublino e per gestire in una forma veramente solidale la sfida delle migrazioni".
Prima di entrare in vigore, le riforme devono ancora essere approvate formalmente dal Consiglio europeo, composto dai capi di Stato.