Roma, 1 feb. (askanews) - "Ho fatto il liceo classico, ho studiato al Conservatorio, facevo doppiaggio, avevo una serie di attività, a scuola matematica due ore la settimana, fisica un'ora... quindi molto poco. E io sono arrivata alla scienza spinta dalla curiosità": lo ha affermato Fabiola Gianotti, protagonista di un documentario a lei dedicato "Fabiola Gianotti. Alle origini del nostro futuro", presentato alla stampa a Viale Mazzini, prodotto da Rai Documentari e in onda venerdì 3 febbraio alle 15.20 su Rai 3.
"L'Italia innanzitutto ha una scuola in generale, ma una formazione universitaria nel nostro campo che è eccezionale ed è tra le migliori a livello mondiale. Io dal mio punto di osservazione vedo giovani di tutto il mondo e bravi come gli italiani ce ne sono pochi", ha aggiunto la fisica che dal 2016 dirige il Cern di Ginevra.
"Cosa direi adesso ai giovani: penso che oggi studiare scienza sia importante anche per un giovane per appagare quel desiderio che i giovani hanno di contribuire a risolvere i problemi, le sfide attuali; il pianeta, l'ambiente il clima, l'energia la salute. La scienza è uno strumento necessario, non si può pensare di risolvere il problema climatico senza l'apporto della scienza. Quindi i giovani devono pensare che se decidono di studiare la scienza, la scienza è bella, la scienza è utile, ma la scienza permetterebbe loro anche di essere protagonisti nell'affrontare le sfide", ha affermato le celebre scienziata italiana.
Il film "Fabiola Gianotti. Alle origini del nostro futuro" -
scritto da Chiara Avesani con la collaborazione di Guido Barlozzetti e diretto da Matteo Delbò - ripercorre la vita della scienziata mostrando come la sete di conoscenza può cambiare il mondo e fa rivivere la scoperta più importante della fisica degli ultimi 50 anni: il bosone di Higgs, la "particella di Dio".