Washington, 5 giu. (askanews) - Riportando in vita una delle politiche più contestate del suo primo mandato, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, con un videomessaggio registrato dallo Studio Ovale ha annunciato a partire dal 9 giugno il divieto di ingresso su territorio Usa per le persone provenienti da 12 paesi per "proteggere la sicurezza nazionale". Si tratta per lo più di cittadini di paesi africani e mediorientali ma alla lista si aggiunge anche Haiti.
Trump ha fatto riferimento all'attentato dello scorso weekend a Boulder, Colorado, dove Mohamed Sabry Soliman, cittadiniegiziano, è accusato di essersi scagliato con bottiglie incendiarie contro una manifestazione in favore degli ostaggi israeliani, ferendo 12 persone.
L'attacco di Boulder "ha evidenziato i pericoli estremi per il nostro Paese legati all'ingresso di stranieri non adeguatamente controllati, così come di coloro che entrano come visitatori temporanei e rimangono oltre il termine del visto. Non li vogliamo," ha dichiarato Trump, aggiungendo che l'elenco è "soggetto a revisioni in base a eventuali miglioramenti concreti" e che "allo stesso modo, nuovi paesi potranno essere aggiunti man mano che emergono minacce in tutto il mondo".
Il nuovo provvedimento ricorda il controverso "Muslim ban" del 2017, inizialmente bloccato da vari tribunali e poi approvato dalla Corte Suprema nel 2018 (e poi cancellato dall'amministrazione Biden). Adesso la lista include Afghanistan, Myanmar, Ciad, Repubblica democratica del Congo, Guinea Equatoriale, Eritrea, Iran, Libia, Somalia, Sudan, e Yemen oltre a Haiti. Trump inoltre ha annunciato uno stop parziale ai cittadini di altri 7 paesi fra cui nel continente americano, Venezuela e Cuba.
Mercoledì, Trump ha anche annunciato che impedirà l'ingresso in territorio Usa agli studenti internazionali diretti a Harvard, la prestigiosa università numero 1 al mondo con cui ormai è guerra aperta, una mossa che l'ateneo ha definito "illegale": non solo, il presidente ha anche invitato il segretario di Stato Marco Rubio a studiare la possibilità di revocare i visti in vigore per gli studenti di Harvard già nel paese.