Roma, 5 mag. (askanews) - Una promessa, quella del disarmo "quasi completo" della Serbia: lo ha detto il presidente Aleksander Vucic in una dichiarazione alla nazione, dopo le due stragi avvenute nel paese in meno di 48 ore, la prima mercoledì in una scuola di Belgrado ad opera di uno studente; la seconda venerdì a mezzanotte, a 60 chilometri dalla capitale, quando un giovane ventunenne avrebbe sparato dal finestrino di una macchina in movimento. In tutto, 17 persone uccise. Nel paese balcanico le armi circolano in maniera massiccia.
"Tutti i detentori d'armi, cioè circa 400.000 persone, e non cito nemmeno le armi da caccia, saranno riesaminati. Restaranno non più di 30 o 40.000 armi da fuoco. Procederemo a un disarmo quasi totale della Serbia" ha detto Vucic.
"Ci saranno controlli semestrali e annuali, ovvero esami medici, psichiatrici e psicologici. E se le autorità lo richiedono, anche test antidroga effettuati obbligatoriamente entro le 48 ore. Non vogliamo gente che consuma droga ogni due giorni e possiede sei fucili. Sappiamo tutti che succede e fingiamo che non sia così". E ancora: "Sappiamo tutti che ci saranno problemi; ma meno armi, meno pericoli per i nostri giovani e i nostri cittadini".