Roma, 6 feb. (askanews) - "Se vogliamo davvero l'eliminazione della pratica delle mutilazioni genitali femminili, dobbiamo ancora molto, molto, molto impegnarci, perché dinanzi ai piccoli miglioramenti che avevamo fino al 2019, la pandemia da Covid-19 ha definitivamente distrutto questi risultati. C'è stato un peggioramento netto in questi tre anni, c'è stato l'aumento annuale di almeno un altro milione di bambine che sono state infibulate". È quanto ha sottolineato il professor Aldo Morrone, Direttore scientifico del "San Gallicano" (IRCCS) di Roma, a margine della Congresso internazionale "Restituire dignità e salute alle donne tra Nord e Sud del mondo", svoltosi presso l'Auditorium del Ministero della Salute, in occasione della Giornata mondiale contro le Mutilazioni Genitali Femminili, organizzato dall'Istituto dermatologico in collaborazione con Dreamcom.
"Abbiamo decisamente bisogno di un investimento maggiore, perché c'è molto da fare, dal punto di vista strutturale, professionale ed economico - ha aggiunto -. Abbiamo la necessità di sensibilizzare i nostri operatori sanitari, creare corsi di formazione su queste tematiche, un investimento internazionale per porre fine definitivamente a questa pratica, soprattutto nei Paesi a forte tradizione rescissorea, in Africa, in Medioriente, in estremo Oriente".