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Malattie cardiovascolari: un'arma in più per ridurre il rischio

Milano, 29 nov. (askanews) - Le malattie cardiovascolari sono i veri big killer dei paesi industrializzati. CostituIscono la prima causa di morte a livello globale e in Italia, specie dopo l'emergenza Covid, la situazione è tutt'altro che incoraggiante. "Abbiamo ogni anno circa 700 nuovi casi ogni 100 mila abitanti di malattie cardiovascolari, che significa grossolanamente circa 400-420 mila nuovi casi ogni anno - ci spiega Claudio Bilato, Direttore Unità Operativa Cardiologia, Ospedali dell'Ovest Vicentino -. A questi poi va aggiunta la prevalenza, cioè il numero di pazienti affetti da malattie cardiovascolari, che si aggira intorno ai 7.500 soggetti ogni 100 mila abitanti, che significa 4,5-5 milioni di pazienti. Ovviamente le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte, contano per il 44% di tutte le morti che avvengono in Italia".

Le terapie tradizionali non sono in grado di azzerare il rischio cardiovascolare residuo dovuto non solo a fattori non modificabili come età, sesso e predisposizione genetica, ma anche ad adiposità addominale, pressione arteriosa, insulino-resistenza e fumo. Ma adottare un corretto stile di vita e tenere sotto controllo il tasso colesterolo spesso non basta. Sì, perchè a giocare un ruolo cruciale è anche il livello di trigliceridi nel sangue. "Oltre al colesterolo, anche rimane il principale obiettivo, quand'anche questo fosse sotto controllo, c'è una quota di individui nei quali restano alti i trigliceridi, che sono un altro tipo di grassi, che sono nel sangue, che si per sè conferiscono un certo rischio", evidenzia Giuseppe Ambrosio, Professore e Direttore di Cardiologia, Azienda Ospedaliera Università di Perugia.

Per ridurre i trigliceridi, e dunque il rischio cardiovascolare residuo, arriva un'arma in più: "Finalmente disponiamo di un farmaco innovativo, che rappresenta un avanzamento fondamentale nel trattamento delle malattie cardiovascolari, si tratta di un farmaco dal nome complesso, icosapent etile - chiarisce Furio Colivicchi, Presidente dell'Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri -. Sostanzialmente che cos'è? E' un acido grasso, a lunga catena, polinsaturo, come quello contenuto nell'olio di pesce, è proprio dal pesce in effetti è estratto, quindi in realtà non è un vero e proprio farmaco, ma un estratto naturale altamente purificato. Quindi viene preso l'olio di pesce e viene purificato all'ennesima potenza ottenendo questo acido grasso, EPA si chiama è la sigla, altamente purificato. Ebbene si è visto che questo particolare prodotto è in grado di abbassare i trigliceridi e al contempo di migliorare la prognosi dei pazienti. Che vuol dire questo? Che i pazienti ad alto rischio cardiovascolare, prendendo questo particolare preparato, andranno incontro a molte meno complicazioni nel tempo e avranno una vita migliore".

A testimoniarlo sono i risultati dello studio REDUCE-IT: "Mostra che pazienti che vengono trattati con questo particolare prodotto, l'icosapent etile - ci racconta ancora Colivicchi - in realtà hanno un'incidenza molto ridotta, dell'ordine del 30%, di circa un terzo, degli eventi avversi cardiovascolari. Quindi parliamo di pazienti che avevano già una qualche forma di malattia cardiovascolare, ma quelli che sono stati trattati con l'icosapent etile, che hanno ricevuto questo preparato, hanno avuto una riduzione del 30% del rischio di avere ulteriori eventi rispetto a quelli che non invece non lo prendevano".

Il farmaco sviluppato dalla multinazionale Amarin, specializzata nella gestione delle malattie cardiovascolari, è già stato autorizzato dall'Ema ed è ora all'esame dell'Aifa. Il via libera per lo sbarco in Italia è atteso nel primo trimestre 2023.

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