ULTIME NOTIZIE 19 GENNAIO 2024

L'Azerbaigian denuncia la presenza di mine antiuomo armene

Roma, 6 feb. (askanews) - L'Azerbaigian ha chiesto alla Corte internazionale di giustizia azioni urgenti contro le forze dell'Armenia, denunciando il piazzamento di mine antiuomo e trappole esplosive nelle aree civili azerbaigiane. Elnur Mammadov, viceministro degli Affari Esteri della Repubblica dell'Azerbaigian, è intervenuto il 31 gennaio 2023 davanti alla Corte invocando l'applicazione della Convenzione internazionale sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale.

"L'Azerbaigian si appella oggi alla Corte per una sola ragione - ha detto il viceministro - per fermare i continui omicidi e mutilazioni di azerbaigiani, sulla base della loro origine etnica e nazionale. Poco più di un anno fa, l'Armenia ha dichiarato alla Corte, cito, 'di non aver piantato mine antiuomo nel territorio della Repubblica dell'Azerbaigian', fine della citazione. Questo era falso. Dall'ordinanza della Corte del 7 dicembre 2021, l'Azerbaigian ha scoperto oltre 2.700 nuove mine antiuomo, fabbricate in Armenia nel 2021 e collocate nel territorio dell'Azerbaigian comprese oltre 1.600 mine piazzate in o vicino ad aree civili lontane dal confine Azerbaigian-Armenia, verso le quali gli sfollati azerbaigiani stanno tornando. L'Azerbaigian ha anche trovato trappole esplosive, nascoste nelle case appartenenti agli azerbaigiani prima dell'occupazione dell'Armenia".

Il viceministro ha poi ricordato gli impegni vincolanti della dichiarazione trilaterale fra cui il cessate il fuoco completo e cessazione di tutte le ostilità; il ritorno dei distretti occupati all'Azerbaigian; tre: il ritiro delle forze armene insieme al dispiegamento delle forze di pace russe; e il ritorno degli sfollati nei territori liberati. Proprio nei territori dove rientrano gli sfollati Baku denuncia la presenza di ordigni esplosivi e mine antiuomo.

Dalla fine del conflitto del 2020, ha denunciato l'Azerbaigian, 282 azerbaigiani sono stati vittime di mine o altri ordigni esplosivi; di questi la stragrande maggioranza erano civili, tra cui 3 giornalisti.

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