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"La voce del Padrone", un viaggio nell'anima di Franco Battiato

Roma, 22 nov. (askanews) - Dopo la presentazione al Taormina Film Fest 2022, arriva nelle sale cinematografiche dal 28 novembre al 4 dicembre come film evento "La Voce del Padrone", documentario dedicato a Franco Battiato a 40 anni circa (era il 1981) dall'iconico album che ha consacrato il grande cantautore siciliano con, allora, oltre un milione di copie vendute. A Roma per la presentazione anche Morgan, che con Battiato, da lui definito "il più grande musicista del '900", ha collaborato a lungo:

"La mia relazione con Battiato è durata dal '95, una decina d'anni di collaborazione e di amicizia molto intense", ha ricordato in conferenza stampa. "'La voce del Padrone' io l'ho comprato e continuo a comprarlo, continuavo a comprarlo, perché mio padre la prima volta l'ha comprato che avevo 8 anni, ha affermato.

Diretto da Marco Spagnoli, prodotto da Rs Productions e ITsArt, il documentario è un viaggio musicale, fisico e intimo nell'anima di Battiato, che parte da Milano per arrivare a Milo, alle pendici dell'Etna, dove il Maestro si è spento nella sua casa, Villa Grazia, il 18 maggio 2021.

"Io credo che Battiato sia un classico, uno che possiamo ascoltare e riascoltare e sicuramente noi abbiamo pensato ai giovani nel fare questo documentario. Noi volevamo che un ragazzo che entrerà, forse anche per sbaglio al cinema a vedere questo film o che lo vedrà in altre situazioni, scoprirà un grande artista, come è un successo per me o per Stefano per altri artisti, perché l'arte non ha tempo", ha spiegato il regista.

Lungo la strada il produttore discografico Stefano Senardi, co-sceneggiatore del film, incontra una lunga lista di amici, musicisti, registi, giornalisti e personaggi vicini a Franco Battiato. C'è anche Padre Guidalberto Bormolini, gesuita, una delle guide spirituali dell'artista.

"É Franco Battiato che parla di argomenti trascendentali, decisamente importanti e apparentemente pesanti, lo fa con una leggerezza e una naturalezza incredibili. Guidalberto è lo stesso, infatti nel film parla di Franco che non aveva nessuna attenzione per il possesso e neanche per il successo. Praticamente Franco Battiato, proprio perché non gli interessano i riflettori è molto a suo agio sotto i riflettori", ha ricordato Senardi.

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