ULTIME NOTIZIE 19 GENNAIO 2024

Dichiarazione di Dublino: la scienza in difesa dell'allevamento

Milano, 2 dic. (askanews) - Una chiamata all'azione della comunità scientifica di tutto il mondo per difendere e migliorare i sistemi di allevamento, dimostrandone i benefici nutrizionali, ambientali ma anche socio culturali ed economici. Con questo spirito è nata la Dichiarazione di Dublino, il documento elaborato dal Vertice internazionale sul ruolo della carne nella società di fine ottobre e sottoscritto già da circa 600 scienziati di tutto il mondo. Tra loro c'è anche Giuseppe Pulina, professore ordinario di Etica e sostenibilità degli allevamenti dell'Università di Sassari e presidente dell'Associazione Carni Sostenibili:

"La dichiarazione è un manifesto - ci ha detto - per rendere possibile l'attenzione del pubblico in primis ma anche dei decisori politici circa la necessità di finanziare la ricerca, il trasferimento tecnologico e mettere in agenda i sistemi zootecnici".

Oggi l'allevamento è al centro di una doppia sfida: la crescente richiesta di alimenti di origine animale per sfamare circa tre miliardi di persone a rischio e al tempo stesso la necessità di adeguare i modelli produttivi a urgenze come la perdita di biodiversità, i cambiamenti climatici, il benessere animale. Sfide che attraverso le evidenze scientifiche questo manifesto vuole contribuire a vincere, come ci ha sottolineato uno dei suoi promotori:

"L'obiettivo di questa dichiarazione - ha spiegato Frederic Leroy, professore dell'Università di Bruxelles - è contrastare le iperboliche ed estreme visioni sull'allevamento: si parla molto oggi in diversi luoghi e da parte diverse istituzioni e persone di ridurre drasticamente l'allevamento o addirittura eliminarlo. Per la comunità scientifica che rappresento è una decisione sbagliata. Per questo abbiamo lanciato la dichiarazione che è un invito a un maggiore equilibrio e una migliore valutazione olistica dei vari benefici, delle attuali tecniche agricole così da poter migliorare l'allevamento piuttosto che fare qualcosa per eliminarlo e rendere il sistema alimentare peggiore".

La carta si propone di elaborare una visione equilibrata sul futuro dell'allevamento attraverso, si legge "una ricerca diligente e onesta", In un momento in cui la filiera della carne è spesso sul banco degli imputati, per l'impatto nutrizionale ambientale. Sotto il primo profilo il professor Pulina è netto: "Eliminare gli alimenti di origine animale della dieta può generare delle grandi conseguenze soprattutto nelle fasce estreme: nei bambini e negli anziani. Nei bambini con ritardo dell'accrescimento negli anziani con l'osteoporosi e la sarcopenia e anche nelle mamme gestanti che devono trasmettere questi principi nutrizionali ai propri figli sia durante la gestazione che durante l'allattamento".

Sul fronte ambientale, dalle evidenze raccolte finora sembra prevalere l'esistenza di un modello di filiera zootecnica di tipo circolare, con una leva nella redditività per i modelli più sostenibili che spesso sono anche quelli più tecnologicamente avanzati

"La zootecnia sostenibile che sia ad alta intensità di conoscenza in realtà è parte della soluzione del problema ambientale e climatico e non è invece il problema ambientale e climatico. L'indirizzo generale del sistema è di avere una maggiore produttività per le filiere - ha concluso Pulina - per soddisfare i fabbisogni crescenti di alimenti e ridurre contemporaneamente impatti sia per unità funzionale prodotta che per unità di superficie impegnata".

L'esito del lavoro degli scienziati aderenti alla Dichiarazione di Dublino sarà pubblicato a marzo 2023 sulla rivista Animal Frontiers.

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