Nel silenzio di quella mattina d'agosto del 2007, un dettaglio ancora urla tra le pieghe del delitto di Garlasco: il telefono di casa, sporco di sangue. Un oggetto comune, ma diventato testimone muto di un omicidio ancora senza verità condivisa. Chiara Poggi avrebbe potuto usarlo per chiedere aiuto? O ha provato - disperatamente - a farlo? Perché quel sangue è lì, sul ricevitore? A chi appartiene?