ULTIME NOTIZIE 19 GENNAIO 2024

"Bangarang", i bambini di Taranto si raccontano tra caos e resistenza

Roma, 26 ott. (askanews) - L'infanzia e l'energia dirompente dei bambini di Taranto in "Bangarang", film documentario diretto da Giulio Mastromauro - prodotto da Zen Movie con nuovo Imaie con il supporto di Apulia Film Commission e la partecipazione di Dispàrte - presentato in concorso ad Alice nella Città, sezione parallela della Festa del cinema di Roma. Tra una linguaccia, un balletto su Tik Tok e un tuffo in mare, i bambini di Taranto si confidano davanti alla telecamera del regista, originario di Molfetta, e già David di Donatello per il cortometraggio "Inverno" (2020).

"Non ho mai voluto fare un film d'inchiesta, né un film che avesse uno sguardo esclusivo, quello che mi interessava era l'energia di una generazione, e quindi Bangarang, che è un termine giamaicano che vuol dire 'caso, disordine, casino, mi sembrava che calzasse a pennello con l'idea di film che volevo realizzare", ha raccontato Mastromauro ai microfoni di askanews.

Mastromauro si lascia guidare da questi bambini alla scoperta della città, dove si percepisce una presenza ingombrante, quella del complesso ex Ilva, che non ha mai smesso di depositare la sua polvere rossa sulla città. C'è un murales gigantesco che ritrae Giorgio Di Ponzio, morto a 15 anni a causa di un sarcoma ai tessuti molli:

"Sicuramente l'incontro con quel murales ha cambiato profondamente il mio approccio con il film e l'ascolto che fino a quel momento avevo dato all'infanzia".

"Durante la lavorazione del film ho attraversato momenti di grande euforia, di grande gioia, dovuti al frequentare questa banda di scalmanati, a momenti di sconforto, rassegnazione e tristezza", ha spiegato.

Un documentario dai colori intensi che ai luoghi di questa città del sud industriale alterna immagini quasi fiabesche di animali fantastici. Un luogo con una natura dalla forza e bellezza disarmanti, come i suoi bambini.

"Ho scoperto una natura resistente, che resiste, nonostante tutto. C'è un momento che in cui parlo di auto-conservazione, credo che sia un film sulla resistenza, ecco" , ha concluso Mastromauro.

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