Roma, 16 mag. (askanews) - Un confronto costruttivo con RFI e le istituzioni competenti per recepire alcune proposte di miglioramento che rendano l'opera più sostenibile e rispettosa del territorio e dei residenti. E quanto chiede il COMITATO TOR DI QUINTO, Comitato dei Cittadini per il Progetto di Chiusura dell'Anello Ferroviario di Roma. RFI nei mesi scorsi ha presentato il progetto per la chiusura dell'anello ferroviario della Capitale fra la stazione di Valle Aurelia e la stazione di Roma Tiburtina e la realizzazione delle nuove bretelle di collegamento con la linea Tirrenica e la Linea Lenta per Firenze e creare così un itinerario di gronda alla capitale per il traffico merci. Il Comitato Tor di Quinto, composto da residenti di via Tuscia e via Monterosi a Roma, accoglie con favore il progetto e ne riconosce l'importanza per la mobilità urbana, ma rileva diverse criticità. Da qui la rinnovata richiesta di confronto. In particolare per il raddoppio della linea Valle Aurelia-Vigna Clara, quindi la prosecuzione della linea ferroviaria da Vigna Clara fino a quella che sarà la nuova Stazione di Tor di Quinto : un tracciato, inserito tra l'abitato di via Tuscia e via Monterosi, estremamente critico, perché completamente scoperto e perché prevede l'innalzamento della linea ferroviaria - per consentire lo scavalco di via Flaminia - a circa 4-5 metri da terra all'altezza degli ultimi palazzi di via Monterosi.
Antonello Amodio, presidente Comitato Tor di Quinto:
"Il progetto da un lato ci entusiasma ma dall'altro ci preoccupa non poco, perchè sono anni che attendiamo che questa stazione diventi funzionante e a servizio di noi cittadini ma nella realtà scopriamo che il progetto che viene presentato ha tutta una serie di carenze nella sicurezza, nella tutela della salute pubblica".
L'anello ferroviario che attraversa Vigna Clara, con i suoi 282 treni al giorno, di cui 30 merci, uno ogni 5 minuti anche di notte, rappresenta dunque per il Comitato una seria minaccia per la qualità della vita dei residenti, con conseguenze pesanti, come ricordato, rispetto all'inquinamento acustico, vibrazioni e danni strutturali, inquinamento atmosferico per la maggiore emissione di polveri sottili, danno paesaggistico e deturpamento ambientale, svalutazione immobiliare e perdita di valore, già in corso. Inoltre c'è il tema dei mancati studi sugli effetti dei campi magnetici generati dalla centrale elettrica di trasformazione prevista in via Monterosi, adiacente alle abitazioni. Infine l'impatto archeologico e i rischi sismici, insieme agli aspetti di sicurezza e viabilità nella zona, con l'assenza di parcheggi.
Alla luce di queste criticità il Comitato Tor di Quinto chiede un ripensamento radicale del progetto dell'anello ferroviario, con un approccio più sostenibile e rispettoso del territorio che ponga al centro il benessere dei cittadini.
Come ad esempio l'allungamento di Piazza Diodati e copertura dei binari almeno fino alla fine dell'abitato di via Tuscia. Tale zona risulta essere, anche dai rilievi acustici di RFI, la più rumorosa tra quelle in presenza di abitazioni, la copertura diminuirà l'inquinamento sonoro. Consentirà, inoltre, di creare uno spazio di collegamento tra i due lati del quartiere e dovrà essere adibito a verde pubblico e, in maniera minore, a potenziamento dei parcheggi già esistenti ed eventualmente essere utilizzato per il mercato di quartiere.