ULTIME NOTIZIE 06 MAGGIO 2024

A Monfalcone la preghiera dei musulmani è nel parcheggio

Milano, 6 mag. (askanews) - Durante la preghiera del venerdì nella città di Monfalcone, in provincia di Gorizia, centinaia di persone sono costrette a pregare sul cemento di un parcheggio con la testa chinata a terra. Rappresentano solo una frazione dei musulmani della città a cui, da novembre, l'amministrazione comunale leghista ha vietato di pregare all'interno dei loro due centri culturali. Si riducono quindi a riunirsi in questo luogo desolato in attesa che la giustizia si pronunci sul ricorso presentato contro quello che considerano un attacco al loro diritto costituzionale alla preghiera.

"Ma perché devo andare fuori Monfalcone (per pregare, ndr)? Io abito qui, pago le tasse qui! Perché devo andare fuori Monfalcone? Se gli altri italiani, i cattolici, gli ortodossi, i protestanti e i testimoni di Geova hanno una chiesa qui, perché non possiamo averne una anche noi?"

Così Rejaul Haq, proprietario di uno dei centri dove i musulmani sono soliti pregare. La sindaca Anna Cisint ha firmato le ordinanze di chiusura dei luoghi per pregare per questioni di "regole e sicurezza". "La questione dell'islamizzazione fondamentalista è reale. Stiamo attraversando da diversi anni un percorso molto difficile. E' una città che conta 30.500 abitanti, di cui il 31% sono stranieri e di questi il 23% è musulmano".

"Il sindaco non è contro nessuno, non perderei nemmeno il tempo a mettermi contro nessuno, vede, ma sono qui anche per far rispettare la legalità. È una città che sta dando molto. Il 95% del bilancio welfare del Comune di Monfalcone è destinato agli extracomunitari", ha aggiunto Cisint.

A Monfalcone molti degli immigrati sono musulmani del Bangladesh, reclutati dalla fine degli anni Novanta per costruire navi per Fincantieri. Con il loro lavoro hanno contribuito alla crescita di questa città del nord est, ma non per questo si sono guadagnati il diritto ad avere un luogo di culto per la preghiera.

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