Milano, 3 giu. (askanews) - Medicina predittiva sempre più efficace grazie ai passi in avanti compiuti dalla genetica e dall'analisi del Dna anche per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Centralità di uno stile di vita sano per assicurare longevità e benessere all'essere umano. Sono stati questi alcuni dei temi del MetLife Human Health Summit che si è tenuto a Milano giovedì 29 maggio.
Maurizio Taglietti, General Manager di MetLife in Italia, ha sottolineato l'importanza dell'incontro, giunto alla sua seconda edizione: "MetLife - ha spiegato - con i suoi 157 anni di storia e oltre 100 milioni di clienti nel mondo in 40 Paesi fra cui l'Italia, dove siamo presenti da oltre 30 anni, si occupa da sempre di proteggere le persone. Siamo un'azienda che, oltre agli obiettivi di mercato, si fonda su valori essenziali per la collettività: esperienza, solidità, costanza, integrità, prevenzione, responsabilità. Valori che, per usare un termine che oggi abbiamo sentito spesso, sono scritti nel nostro DNA. Per questo confermiamo il nostro impegno per la salute non solo arricchendo la nostra offerta con soluzioni dedicate alle patologie più gravi, ma anche attraverso momenti come questo, che rafforzano e diffondono la cultura della prevenzione, dei corretti stili di vita e del benessere. Rivolgerci a chi sta attraversando un momento delicato per la salute, ma anche a chi desidera restare informato sui progressi della ricerca medica, significa essere fedeli alla nostra purpose, ovvero di stare accanto alle persone e costruire per loro un futuro più rassicurante".
Gli esperti si sono confrontati sui passi in avanti compiuti dalla medicina predittiva, ovvero quel ramo di scienza medica che, basandosi sulle informazioni ricavate dalla costituzione genetica di un individuo, è in grado di elaborare una stima del rischio di quest'ultimo di contrarre una certa patologia nell'arco della vita. Come ha dichiarato Giuseppe Novelli, direttore del Laboratorio Genetica Medica al Policlinico Tor Vergata: "Siamo abituati a pensare al Dna come qualcosa che abbiamo dentro e che ci dà l'informazione per diventare qualcuno o qualcosa che è inevitabile ed ineluttabile, non è così. Il Dna è come uno spartito musicale, ma poi c'è l'orchestra che suona gli strumenti e noi dobbiamo capire che l'orchestra è l'ambiente, lo stile di vita, quello che facciamo, come ci comportiamo, cosa mangiamo ed agisce sul nostro Dna. Capire cosa c'è scritto nel nostro Dna per adattarlo a capire quali sono le nostre scelte. Il Dna non lo cambiamo ma lo stile di vita sì".
Grande attenzione, poi, è stata posta alla tematica delle malattie cardiovascolari, che in Italia sono la prima causa di morte con circa 250mila decessi l'anno. Patologie complesse da prevenire, ma di cui si possono sempre di più conoscere e misurare i fattori di rischio individuali secondo il Dott. José Pablo Werba, Responsabile dell'Unità di Ricerca e Prevenzione dell'aterosclerosi del Centro Cardiologico Monzino IRCCS: "La migliore prevenzione è quella di conoscere quali sono gli stili di vita più adeguati per mantenere in salute il proprio cuore e le proprie arterie. Inoltre fare una valutazione quantomeno periodica della propria condizione di salute. Questo implica spesso un incontro con un medico che faccia attenzione a questi aspetti e che possa fare con semplici indagini e minimi esami una valutazione integrale del rischio della persona, correggendolo".
A introdurre i lavori è stata IPSOS, attraverso l'intervento di Eva Sacchi, Public Affairs Research Director, e Stefania Fregosi, Head of Healthcare Service line, che hanno fornito una fotografia della situazione attuale del Paese. In particolare, hanno posto l'accento sulla crescente attenzione degli italiani nei confronti del proprio benessere (il 79% sente la necessità e ha il desiderio di prendersi cura della salute fisica e l'89% crede che mangiare sano abbia effetti positivi).