Roma, 7 gen. (askanews) - Soddisfatto, finalmente ce l'ha fatta ma a caro prezzo. Alla quindicesima votazione, il repubblicano Kevin McCarthy, deputato della California, è stato eletto speaker ovvero presidente della Camera dei Rappresentanti a Washington. Ma ci è riuscito dopo una lunga serie di umilianti flop e tre giorni di tensione, anche fisica.
Nel round decisivo ha raccolto 216 voti su 428, con il quorum fissato a 215 preferenze dato che sei 'dissidenti' repubblicani, pur presenti, non si sono espressi.
Lo sfidante democratico Hakeem Jeffries ha ottenuto 212 voti e sarà il leader della minoranza dem alla Camera, la prima volta di un rappresentante afroamericano.
Secondo la Cnn, a rompere l'impasse avrebbe contribuito Donald Trump con una telefonata ai deputati ribelli Matt Gaetz e Andy Biggs per persuaderli a cedere e votare per McCarthy. I dissidenti fanno infatti parte dell'ala più a destra del partito, e volevano ottenere più potere in particolare per influenzare le decisioni sul bilancio federale e i tagli alla pubblica spesa.
La svolta è arrivata solo dopo che McCarthy ha ceduto a molte delle loro richieste, compreso il ripristino di una vecchia regola della Camera che consentirebbe a ogni singolo membro di convocare un voto per estromettere il nuovo speaker.
La resa dei conti è avvenuta sullo sfondo del secondo
anniversario dell'attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021,
quando una folla di sostenitori di Donald Trump cercò di
impedire al Congresso di certificare la sconfitta dell'allora
presidente alle elezioni del 2020 contro il democratico Joe
Biden.