ULTIME NOTIZIE 19 GENNAIO 2024

"Donne in Meta", la campagna per le donne con tumore al seno

Roma, 5 mag. (askanews) - Torna in campo per il terzo anno consecutivo "Donne in Meta", la campagna promossa da Gilead Sciences in collaborazione con Europa Donna Italia, con il patrocinio di Susan G. Komen Italia e, da quest'anno, con la comunità delle oncologhe italiane rappresentata da Women for Oncology per fare squadra con le pazienti colpite da tumore al seno triplo negativo (TNBC), una forma di tumore al seno particolarmente aggressiva e più ostica da trattare. "Triplo negativo" indica infatti l'assenza del recettore dell'estrogeno (ER), di quello del progesterone (PR) e del recettore 2 per il fattore di crescita epidermico umano (HER2), con la conseguente impossibilità di ricorrere a terapie a bersaglio molecolare, più efficaci e meno invasive, come avviene invece negli altri casi di tumore al seno.

Emanuela Tavella consigliera di Europa Donna Italia spiega: "Europa Donna Italia come movimento di riunione delle Associazioni che si occupano di donne che hanno avuto diagnosi di tumore al seno ha deciso di promuovere la campagna 'Donne in Meta', perché aiuta le donne a fare squadra, a riconoscere i bisogni che sono delle singole pazienti, riunirle insieme e farle diventare un grido di dolore singolo a una voce corale che può arrivare dove una voce sola non arriva mai".

Se gli oncologi hanno come sempre un ruolo fondamentale, il team di "Donne in Meta 2023" vede anche la crescente presenza di altre figure specialistiche (a partire da psicologi, sessuologi e nutrizionisti) per supportare le pazienti con TNBC in un impegno fondamentale nella partita contro il tumore: continuare a sentirsi donne anche in presenza della malattia, senza perdere il contatto con il proprio corpo e senza rinunciare a una quotidianità fatta di affetti e rapporti sociali.

Secondo un'indagine condotta dall'osservatorio di "Donne in Meta" in collaborazione con Elma Research, su un campione di 110 pazienti con età media di 54 anni e residenti in tutta Italia, dare qualità al proprio tempo diventa un obiettivo diffuso in presenza del tumore (il 57% dichiara di voler stare di più con le persone care, il 49% di cercare di fare solo cose che interessano davvero), ostacolato però in molti casi dalla mancanza di servizi aggiuntivi a quelli strettamente terapeutici e dalla difficoltà di confronto con altre donne che stanno vivendo la stessa condizione.

In particolare, se l'85% delle pazienti interpellate si dichiara soddisfatta del follow up e fiduciosa nei confronti dei medici, per quasi la metà (42%) il potersi avvalere della consulenza di altre figure specialistiche a fianco di quella dell'oncologo è un bisogno ancora insoddisfatto, con due su dieci che desidererebbero poter avere un supporto psico-oncologico (tre su dieci lo vorrebbero anche per il caregiver) così come poter entrare in contatto con un'associazione di supporto. Migliorare la qualità di vita del percorso di cura diventa un aspetto fondamentale anche alla luce del fatto che la ricerca scientifica ha permesso oggi di avere possibilità terapeutiche sino a pochi anni fa quasi inimmaginabili.

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