Ciudad Juarez, 29 mar. (askanews) - Almeno 40 migranti provenienti dall'America Centrale e Meridionale sono morti e altrettanti sono rimasti ustionati e feriti gravemente in seguito a un incendio scoppiato nella tarda serata di lunedì in un centro di detenzione nella città messicana di confine settentrionale di Ciudad Juarez. Il rogo apparentemente sarebbe stato causato da una protesta contro gli annunciati trasferimenti.
"Per protesta hanno accatastato dei materassi davanti alle porte e gli hanno dato fuoco. Non pensavano che ciò avrebbe causato questa terribile tragedia" ha detto il presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador, sottolineando che la maggior parte dei migranti presenti nella struttura proveniva dall'America Centrale e dal Venezuela.
Centinaia di persone si sono riunite davanti al centro di detenzione per chiedere giustizia per le vittime. Secondo quanto riferito infatti alcuni sorveglianti avrebbero deliberatamente chiuso le porte dell'istituto lasciando morire i detenuti che non sono potuti fuggire.
L'incendio, uno dei più letali che abbiano colpito il Paese negli ultimi anni, si è verificato mentre gli Stati Uniti e il Messico stanno lottando per far fronte a livelli record di attraversamenti della frontiera tra i due paesi.
