SCIENZA

A Milano alcune superfici hanno raggiunto i 76 gradi: la mappa delle zone più calde

Legambiente mappa il “cooling poverty” a Milano: fino a 76 °C sui giochi di Corvetto, 62 °C sulle panchine di Argonne. Cinque soluzioni per il verde urbano

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Come se non bastassero stipendi, situazione immobiliare e, in generale, costo della vita, Milano si ritrova a fare i conti con un altro divario sociale: la povertà da fresco. In inglese è la “cooling poverty” e questo allarme è stato lanciato da Legambiente

In due giorni di monitoraggi, sono state effettuate 49 termografie e 36 mappature di strutture tra Corvetto e Argonne. Il risultato? Differenze termiche drammatiche, tra chilometri di asfalto rovente e poche aree ombreggiate, in grado di risparmiare decine di gradi.

Le temperature nei quartieri popolari

Chi ha meno disponibilità economica patisce maggiormente il caldo record. Non si parla della possibilità di installare un condizionatore, sia chiaro. Nel quartiere Corvetto, lo scivolo di piazzale Gabriele Rosa ha raggiunto l’assurda temperatura di 76,5°C. La panchina vicina, invece, si è fermata a 62,8°C.

Proseguendo verso sud, a circa un paio di km, in piazza Guardi, in zona Argonne), il pavimento in gomma delle aree gioco ha toccato gli 85,4°C, mentre lo scivolo era “fresco” rispetto all’altro, con i suoi 57,5°C.

Ecco una differenziazione che rende facile la comprensione del concetto e di che tipo di interventi debbano divenire la normalità:

  • Corvetto – Senza alberi, i marciapiedi in via dei Cinquecento sfiorano i 52,5°C. Una temperatura che crolla a 36°C con poche foglie d’edera;
  • Argonne – Area più attrezzata, con viali alberati e fontanelle, il che si traduce in un suolo intorno ai 25-28°C, ovvero 30° in meno rispetto ai tratti assolati.

Numeri che raccontano le differenze termiche e, soprattutto, quelle sociali: la vita di chi ha accesso a spazi urbani progettati per proteggere dal caldo e chi invece ne è escluso. Una disparità che può costare la vitaMilano, secondo i dati della London School of Hygiene, ha registrato il maggior numero di vittime da caldo in Europa: 317 decessi nell’ultima estate, confermando come il cambiamento climatico colpisca in modo diseguale la popolazione urbana.”

Come invertire la rotta

Legambiente avanza 5 linee guida di intervento concrete:

  • quote minime di suolo permeabile nei nuovi regolamenti edilizi, per ridurre l’effetto “piastra” di asfalto e cemento;
  • forestazione urbana diffusa, con piante autoctone capaci di ridurre temperature di 5–10 °C nelle ore più calde;
  • censimento e potenziamento dei rifugi climatici (portici, chiese, piani pilotis) per garantire punti di sollievo accessibili a tutti;
  • depavimentazione di piazze e strade inerte, sostituendo lastre e asfalti con materiali drenanti e superfici naturali;
  • tariffazione della sosta per finanziare il verde pubblico, incentivando la rigenerazione del suolo urbano.

Quando si parla di comfort termico, non si può più fare riferimento a dei lussi, bensì a dei diritti di salute pubblica. La crisi climatica impone questa trasformazione concettuale. Occorre intervenire con aiuole rialzate, pergolati, vaporizzatori e fontane a raso. Opere che richiedono costi contenuti e che garantiscono miglioramenti immediati nelle condizioni della popolazione.

“Argonne e Corvetto raccontano due Milano diverse, ma il diritto al fresco non può dipendere dal CAP”, conclude Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. L’estate è appena iniziata: è tempo di mettere il verde al centro della pianificazione urbana.

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